COMUNICATO E’ stata presentata questa mattina a Milano l’iniziativa del Comitato INSIEME PER UNA NUOVA IPPICA finalizzata a raccogliere le firme veruna petizione nazionale da presentare al prossimo Governo nazionale per una modifica legislativa atta a mantenere inalterata l’aliquota Iva nel settore ippico. Il Presidente del Comitato Mauro Biasuzzi nel corso della sua relazione ha ripercorso i passi degli ultimi provvedimenti legislativi che hanno portato nell’ambito della Legge Finanziaria ad elevare dal 10 al 20% l’Iva gravante sulle compravendite dei cavalli equiparando quelli destinati all’agricoltura e all’attività e equestre a quelli destinati alla macellazione. Nel corso della sua relazione il Presidente ha posto l’accento su “L’indifferenza più assoluta, o, meglio, la disattenzione più totale dell’UNIRE, delle Associazioni e dei politici che avrebbero dovuto le prime vigilare ed i secondi opporsi (se fossero stati più attenti nell’iter parlamentare anziché poi pubblicamente giustificarsi affermando, candidamente, di non essere stati informati, né prima ma né dopo l’approvazione), ha reso possibile che fosse inferta un’ulteriore frustata (per la verità tre, quali seguito esposte) all’Ippica italiana, in attesa di poterla definitivamente immolare a favore di altri soggetti che ne trarrebbero giovamento”. Le conseguenze che simili provvedimenti possono causare sono: a) Contrazione delle vendite dei puledri nuovo nati e dei cavalli in genere b) Fuoriuscita dal regime Iva per gli allevatori in regime agricolo c) Calo del Montepremi per le corse in quanto le somme erogate sono già comprensive di Iva per cui se la voce Iva aumenta, chiaramente diminuisce la voce relativa al premio netto Se lo scopo di tutto ciò è di procurare nuove entrate di bilancio allo Stato, difficilmente potrà essere raggiunto. E’ risaputo che un eccessivo carico fiscale, quando diventa insostenibile, induce il contribuente a smettere e cessare ogni attività (se non vuole o non può rendersi evasore). Senza contribuenti non ci sono neppure imposte da poter incassare. Biasuzzi ha anche ricordato che non è possibile neanche giustificare l’operato del legislatore con la necessità di adeguarsi alle normative europee è noto, infatti ad esempio che tutti gli stati europei, nessuno escluso e prima la Francia (dove l’Ippica ha il giusto riconoscimento ed attenzione), applicano un regime Iva agevolato per l’ippica (peraltro con aliquote inferiori a quella in precedenza applicata dall’Italia del 10%); E’ quindi auspicabile che l’UNIRE e le Associazioni di categoria, nonché tutte le categorie di operatori ippici, lavoratori dipendenti ed autonomi e quanti fanno parte dell’indotto, ma anche gli spettatori e gli scommettitori, si adoperino in modo consapevole ed unitario al fine di ottenere dal Parlamento, ovvero dai suoi Membri che sono anche i loro rappresentanti in tale sede, subito e prima che la situazione ippica sia definitivamente compromessa, il giusto e doveroso riconoscimento di tutte le loro richieste e per quanto riguarda l’IVA, possa essere immediatamente reperita a livello legislativo una soluzione che permetta la disapplicazione definitiva o perlomeno una proroga di più anni o, meglio, a tempo indeterminato, in attesa della famosa “filiera del cavallo”, delle citate norme che ulteriormente penalizzano l’ippica italiana già collassata. Roma, 27 Febbraio 2008 Nei files allegati potrete trovare lo schema di petizione e la relazione del Presidente |