Comunicato 22 novembre 2012
L'incontro tra A.G.I.T. e Comitato pre-Lega (Unione) Ippica ha fatto sorgere polemiche, alimentate anche dalla mancata adesione dell'AGIT al gruppo creato dagli rappresentanti di categoria che, per esternare il loro appoggio all'attuale sistema, hanno delegato Mario Masini a loro portavoce.
L'A.G.I.T. da tempo denuncia lo stato fallimentare dell'attuale sistema ippico, e di conseguenza ritiene il valutare una strada alternativa non solo un diritto, ma un dovere verso tutti i suoi associati.
Occorre ricordare come:
- la classe politica che ha gestito direttamente il nostro ambiente si è principalmente preoccupata di sistemare burocrati di ogni genere ai vertici dell'Ente con il solo compito di far passare tempo senza modificare nulla, e ha utilizzato l'alternanza delle cariche per far restare le promesse sempre e solo promesse;
- AAMS ha sempre bloccato ogni riforma delle scommesse, sotto l'attenta regia dei Concessionari,
- la parte produttiva del sistema, quello che vive delle risorse dell'ippica (montepremi) è stata nel tempo presa in ostaggio, e costretta a mantenere tutte quelle "poltrone" create ad hoc dagli amici politici (stipendi del "baraccone " U.N.I.R.E./ ASSI, Unirelab).
E non possiamo tralasciare i vari passaggi legislativi che hanno provocato l'enorme "voragine" economica dell'ippica, a partire dalla legge 200/2003, al tempo del Ministro Alemanno e del fido Panzironi.
L'allora Onorevole Mario Masini (colui che oggi dovrebbe essere portavoce delle categorie) "partorì" la famosa legge salva-Agenzie ( detta appunto Legge Masini ) con la quale vengono abbonati 129 milioni (il 33% del totale) dei minimi garantiti,e rateizzati i restanti in 8 rate annuali ( peraltro mai pagate); e per far tornare i conti, nella malaugurata ipotesi che qualcuno potesse anche chiedere il pagamento delle rate, fu aumentata la percentuale data alle Agenzie ippiche per il costo della rete di scommesse dall' 8% al 12% ,percentuale bloccata fino al 2016!
Ma non solo questo: la legge 200/2003 trasforma l'UNIRE in Ente pubblico di 1' livello.
Non certo per aumentarne il prestigio o la funzionalità, ma solo per aumentare il numero delle "poltrone" occupabili.
E l'ippica si è dovuta accollare lo stipendio di 220 dipendenti!!!
Il buon Masini si difende dicendo che allora era un politico, oggi è un ippico: complimenti !!!
E non dimentichiamo i milioni dovuti dalle Agenzie ippiche ( circa 110) per i canoni TV, che per effetto di una provvidenziale transazione sono diventati 10.
E ancora paghiamo quasi 11 milioni a teleippica ( controllata interamente da SNAI ) per diffondere le immagini delle corse.
Tutti ricordiamo quel breve periodo in cui ricoprì la carica di Commissario UNIRE Matarrese. Sembra che dopo qualche tempo dalla sua nomina, il tempo di capire come funzionava l'ippica, fece questa affermazione:" Vengo da un settore , il calcio, dove pagano per avere le immagini delle partite, qui dobbiamo pagare noi per fare vedere il nostro spettacolo. Qualcosa non torna!". E fu velocemente accompagnato alla porta!!!
Ancora complimenti a chi vuole mantenere questo sistema!
Da qualche tempo vediamo girare l'Italia ippica da millantatori che rassicurano sulla situazione. Priorità però era eliminare qualche associazione, e spaccare quel fronte che a fine 2008 aveva portato, attrverso una fortissima protesta, ad ottenere una visibilità senza precedenti sulle problematiche del settore.
In fondo avere un "amico " del direttore AAMS Tagliaferri che ci garantiva a gennaio l'imminente avvio delle riforme delle scommesse, è stato utile: siamo a novembre e ancora nessuna riforma è stata attuata.
Nel tempo sono state tolte le indennità tris, perché non va pagata la presenza, ma premiata la prestazione in corsa, quindi meglio aumentare il montepremi.
Risultato finale: dotazione tris comunque al ribasso, corse mal o non riuscite, montepremi crollato.
Ma il risultato per chi faceva tal propaganda sicuramente è stato ottenuto: uno stipendio fisso pagato anche da colleghi importanti.
Se vogliamo riepilogare:
- montepremi dimezzato;
- riforma delle scommesse mai attuata;
- mercato dei cavalli vicino allo zero;
- pagamento dei premi fermo a giugno.
L'unica certezza è il caos che parole false e fuorvianti hanno portato: difficile comprendere dove sta la verità e altrettanto difficile organizzare una forma di protesta incisiva.
Di fronte ad una tale situazione, logico sarebbe rivolgersi al Ministero competente.
Ma se esaminiamo la lista dei Ministeri che si sono succeduti, pensare che si possa trovare soluzione rivolgendosi ai Ministeri è pura utopia.
Tralasciando la parentesi Zaia, che ha provato a creare le basi per la ristrutturazione e il rilancio del settore (270 audizioni da cui è scaturito il piano industriale, finanziamento del settore attraverso il DL 185/2008, poi L/2009), tutti
gli altri Ministri hanno sempre e solo speso parole che alla luce della situazione attuale risuonano come una presa in giro bella e buona.
Da Alemanno a De Castro, da Galan a Romano per finire all'attuale Ministro Catania, tutti hanno contribuito allo sfacelo del settore.
Alemanno ha promesso contributi mai arrivati, ci ha privato dei minimi garantiti, ci ha "gratificato" con la nomina di Panzironi a Segretario Generale; De Castro ha solo aspettato la sua successiva elezione a parlamentare europeo, quindi non ha mosso un dito; Galan, che già mal sopportava l'agricoltura in generale, l'ippica proprio la schifava (forse perché settore caro a Zaia, usurpatore del "suo" Veneto ?), Romano ha ottemperato al decreto che prevedeva tagli alle risorse del Ministero tagliando però quasi tutto al finanziamento destinato dalla 2/2009 all'ippica. E infine il Ministro Catania che per non essere da meno dei suoi precedessori , ha solo fatto promesse (attuazione delle riforme, arrivo di 35 milioni per permettere di sopravvivere nell'anno in corso) con il solo scopo di fermare la protesta in atto, ma non ha mantenuto nulla. Forse il Ministro Catania considera gli ippici una "razza inferiore", non degni di esssere ascoltati, né ricevuti. Ma almeno si potrebbe degnare di spiegarci come pensa che possiamo mantenere le nostre famiglie e a far fronte ai nostri impegni se non ci pagano quello che ci spetta? Lavorare per la metà dell'anno precedente è durissimo, ma incassare solo la metà di quella metà e sopravvivere è impossibile!!!
L'esasperazione è già arrivata oltre ogni limite e il non aver nulla da perdere può diventare pericoloso. E non aiuta certo i nostri umori sapere che chi ci gestisce e non fa nulla per cambiare le cose, percepisce regolarmente il suo stipendio il 27 di ogni mese, comprensivo di 13esima e 14esima, ed anche di premio produzione ( l'interrogazione del Sen. Mura parla a bilancio di più di 1 milione di euro di premio produzione 2011 ), mentre noi anticipiamo tutte le spese e i nostri pagamenti sono fermi a giugno. Eppure "montepremi" e "stipendi" sono entrambe voci di uscita dello stesso bilancio!
Continuare su questa strada significa precipitare in un burrone!
Per questo dobbiamo cercare una strada alternativa, proseguire su quella vecchia sarebbe un suicidio, e credere ancora alle parole dei politici che hanno mille progetti e tante chiacchiere, sarebbe, per dire un eufemismo, da ingenui.
Il sistema dei privilegi e delle clientele è morto e deve essere sepolto.
E se oggi non vogliamo morire anche noi e non vogliamo leggere la disperazione negli occhi nostri e dei nostri familiari, di fronte alla quasi certezza di non ricevere neanche a dicembre i nostri soldi, dobbiamo reagire con forza per ottenere ciò che ci spetta.
Il Presidente Enrico Dall’Olio
|