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Lo Sportsman: Le responsabilità di gestione del trotto fiorentino (8.3.08)  
Autore: unagt
Pubblicato: 8/3/2008
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LE MULINA DALL'ALTARE ALLA POLVERE

Le responsabilità di gestione del trotto fiorentino

ANTONIO BERTI

Sul declino del trotto fiorentino si è parlato e scritto molto. Ma, come accade nel nostro Bel Paese, da parte di chi aveva il governo diretto degli ippodromi, si è fatto poco per cambiare il trend. Anzi, a dire il vero, meno che nulla e, forse, si è anche remato contro. La tristezza per questo desolante spettacolo diventa ancor più forte in occasione degli eventi importanti come il Duomo e il Ponte Vecchio, un tempo appuntamenti di carattere internazionale, oggi ridotti a poco più che centrali. Penoso il Ponte Vecchio di domani, un vero ectoplasma della corsa che fu. Tanto penoso che il giorno successivo alla dichiarazione dei partenti il nostro giornale aprì, giustamente, con il titolo: "Sul Ponte sventola bandiera bianca". Una resa, o quasi. E qualcuno ha detto anche che le colpe di questo disastro sono interamente da addebitarsi all'Unire. Non è così. Premettendo che il massimo ente dell'ippica ha grosse responsabilità per l'attuale crisi di tutto il settore e, quindi anche di quella fiorentina, non si può, però, imputare alla sola Unire tutte le colpe per quanto riguarda il declino di Firenze. Certo l'Unire non è più quella di un tempo, quella della legge Mangelli del 1942, per intendersi. la riforma del 1999, anche perchè mai realmente attuata nei suoi principi e anzi peggiorata negli anni a seguire, ha provocato danni incredibili al nostro settore sia dal punto di vista della gestione economina, con il passaggio della "casa" al Ministero delle Finanze e ad Aams, sia per quanto riguarda la gestione delle corse con la eliminazione di Encat e Jockey Club e l'accorpamento di questi nell'Unire. la conseguenza è stata la cancellazione di ogni aspetto tecnico, in particolare per quanto riguarda l'Area Trotto, un problema che è sotto gli occhi di tutti. Tutti i giorni. Ma se tutto questo è vero, ed è vero, per quanto riguarda la responsabilità maggiore ricade su chi ha gestito gli ippodromi fiorentini dal 1993 a oggi e precisamente la Villa Glori-Agnano diventata poi Ippodromi & Città. Fino agli inizi degli anni '90, l'ippica fiorentina, sotto la gestione della Società Fiorentina Corse Cavalli, sodalizio che aveva le sue origini in pieno XIX secolo, andava a gonfie vele. nei 40 anni che vanno dal 1939 agli inizi degli anni '80, sotto la regia di Giuseppe Camarrone, furono costruiti ex-novo due ippodromi e il trotto decollò con appuntamenti importanti, costruiti con perizia e pazienza nel tempo, come il Cupolone, per i 2 anni, l'Etruria per i 3 anni, il Firenze per i 4 anni, il Toscana per gli anziani indigeni e, per gli internazionali, il Ponte Vecchio e il Duomo, quest'ultimo nobilitato già nel lontano 1958 dal successo di Tornese in 1.15.7. Poi negli anni '80, sotto la guida di Vanni Parenti, il Duomo assunse una dimensione mondiale e l'ippodromo delle Mulina fu gemellato con lo Yorkers di New York dove, chiuso il Roosevelt, si svolgeva l'international Trot, corsa alla quale il vincitore del Duomo era invitato di diritto. E accanto a questo un fiorire di proprietari e allevatori che fecero della Toscana una delle regioni più importanti per il trotto nazionale. Dal 1993 in poi, con la Villa Glori Agnano, subentrata alla Società Fiorentina nella gestione degli ippodromi, il calo inarrestabile. Prima la cancellazione del Cupolone, prova classica e ambita da tutte le scuderie per la sua tradizione, "barattata" da Giovanni Branchini, allora dirigente della Villa Glori, con le poules fiorentine e napoletane e con l'assegnazione del Criterium Toscano a Montecatini, poi la lenta svalorizzazione del Ponte Vecchio e, infine, il declino del Duomo. Tutto questo senza che, prima, la Villa Glori Agnano, poi, Ippodromi & Città, muovessero un dito in difesa delle tradizioni ippiche del capoluogo toscano. Anzi le diminuzioni vertiginose delle "borse" del Ponte Vecchio e del Duomo e l'aumento delle dotazioni di alcuni eventi importanti di Napoli hanno fatto nascere più di un sospetto. Una certezza invece è che Firenze sia diventata una "colonia" di Roma o di Napoli. Una conferma di tutto questyo la si può evidenziare dalle condizioni nelle quali sono tenute le Mulina per rendersi conto dello di abbandono nel quale è finito l'ippodromo fiorentino, una volta un vero giardino, curato e mantenuto in ogni particolare. Un'offesa continua alla passione dei fiorentini che, nonostante tutto, vengono ancora numerosi al loro vecchio ippodromo, un ippodromo che in questi anni è stato sempre ai primi posti nel movimento delle scommesse. E allora, come si fa a dire che la colpa e tutta e solo dell'Unire?

 
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