Baldarelli illustra il programma dei Ds per l’ippica
LUIGI MIGLIACCIO Non è una dichiarazione di guerra, ma probabilmente la dichiarazione delle posizioni elettorali anche sul fronte ippico. Francesco Baldarelli, già membro dell’ultimo c.d.a dell’Unire e attuale sub commissario delfEnte in quota ai Ds, dopo una parentesi in penombra che gli ha procurato anche qualche critica, è uscito allo scoperto e al motto di ‘Meno conflittualità, più idee” ha esposto il proprio manifesto accompagnato dal Capogruppo dei ds alla Commissione Agricoltura della Camera Lino Rava. Un piano programmatico che prende le mosse sua da un rilievo critico verso l’attuale gestione («Non c’è stata una strategia globale e definita, si è cercato di risolvere i problemi a comparti e quindi nel momento che si turava una falla se ne apriva un’altra altrove. Non c’è comunque alcun attacco personale. In questa occasione presentiamo quello che è il nostro programma»), che dall’accoglimento di segnali comunque incoraggianti come quelli che sono venuti in parte dalle Aste, da Fieracavalli e da un pubblico che in occasione dei grandi eventi, ultimo quello di Montegiorgio, è sembrato sempre disponibile ad awicinarsi al mondo ippico. Molti i punti toccati, molti gli obiettivi. Cerchiamo di sintetizzarli: Riqualificazione tecnica: è forse il primo e più immediato problema, a detta di Baldarelli, da risolvere. Il settore tecnico per stessa ammissione del Sub-Commissario è in pesante difficoltà. Si può uscirne valorizzando le professionalità esistenti all’interno dell’Ente creando anche con il supporto di professionalità specialistiche delle “Agenzie d’eccellenza” con compiti ben precisi. Una sorta di ritorno a un’Unire vecchio stampo (ma che funzionava) con le aree tecniche ben definite e una programmazione studiata attentamente a tavolino tenendo conto dell’evolversi di tutte quelle situazioni che possono influenzare l’andamento dell’attività. Scommesse: creazione di una vera e propria “Agenzia delle scommesse”, meglio forse “ufficio”, onde non generare equivoci, che abbia il compito di collaborare con i Monopoli di Stato e coinvolga anche i concessionari (attualmente Sisal, Snai e Lottomatica) nella gestione dei giochi e nello studio di nuove soluzioni odi miglioramento di quelli esistenti. Il recente approdo delle scbmmesse fuori dalle agenzie ha dimostrato che oltre allo zoccolo duro ci sono segnali di un mercato esterno che può recepire nuove sollecitazioni. C’è comunque fiducia sull’impatto economico delle scommesse nella grande rete. Concertazione: necessario l’awio di una concertazione globale con tutte le componenti della filiera ippica. Una concertazione che non deve ridursi nella mera difesa di interessi di parte, ma che dovrebbe, negli intenti, trasformarsi in una cooperazione ferma restando la piena assunzione di responsabilità da parte dell’Unire. Traduzione, è evidente che qualcuno alla fine potrebbe rimanere scontentò, ma è altrettanto chiaro che si cercherà comunque di ascoltare tutti. Investimenti: è uno dei pezzi forti del programma. Non più sovvenzioni a pioggia alle società di corse, a questo o a quell’altro operatore, bensì la creazione di una sorta di Agenzia Finanziaria, una Merchant Bank sulle orme di quello che ha rappresentato il Credito Sportivo per il Coni, che analizzerà i progetti ne studierà la fattibilità e l’importanza e la corrispondenza ai fini istituzionali dell’Ente e quindi, se del caso, li finanzierà in tutto o in parte. Non dovranno più esserci casi di contributi attribuiti per una certa opera e usati per tutt’altro. Televisione: sfruttare il canale televisivo per la creazione di un vero e proprio “sistema promozionale dell’ippica” che possa essere anche uno strumento di propaganda per la cultyra ippica. Non solo corse, quindi, ma anche tutte le altre attività che sono sotto l’egida dell’ente. Una produzione di programmi esportabili e l’apertura verso il mercato pubblicitario. Un fine raggiungibile anche con l’ausilio di una partecipazione dei privati che porterebbe ulteriori risorse. Unire Lab: un altro punto importante del progetto. Il controllo e la lotta al doping rimarranno l’attività primaria della struttura, che andrebbe ulteriormente potenziata e resa più “operativa” ma ci dovrà essere anche un’apertura alla ricerca, magari in collaborazione con case farmaceutiche o con altre istituzioni. Allevamento: un dente scoperto, quella della gestione dei libri genealogici e di un’anagrafe equina della quale ormai si parla da tempo. Non dovrà riguardare solo il settore agonistico, ma anche quello degli sport equestri (si cerca un’intesa con la Fise) e le biodiversità sulla cui gestione potrebbero essere chiamate a intervenire anche le Regioni. Il dibattito è aperto!
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