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La Gazzetta dello Sport: Si ritira Gary Stevens (25.11.05)  
Autore: unagt
Pubblicato: 25/11/2005
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USA - E' stato anche attore in Seabiscuit
Si ritira Gary Stevens jockey da 225 milioni

— Un paio di anni fa la rivista People lo aveva inserito nella lista delle 50 persone più belle del mondo, assieme a gente come Leo Di Caprio, George Clooney e Jennifer Lopez. Molti sostengono che da ora in poi Gary Stevens userà il suo fascino per tentare la fortuna come attore, ma fino a domani sarà ancora uno dei più grandi fantini americani. Un uomo da 225 milioni dollari, ovvero i premi vinti dai cavalli affidatigli dal 1979, quando debuttò a Les Bois Park (Idaho) centrando la prime di oltre 5.000 vittorie di una carriera che si concluderà domani a Churchill Downs, l’ippodromo dove si disputa la corsa più amata dal 42enne topjockey, il Kentucky Derby.
Un addio ufficialmente causato dal ginocchio destro troppo malandato per consentirgli di proseguire da n. 1 e che lo aveva già costretto, nel dicembre 1999, ad un primo ritiro poi durato solo 10 mesi.
Un eventuale progetto artistico non è comunque da escludere. Stevens ha già vissuto una significativa esperienza cinematografica, per la quale sacrificò diversi mesi di attività tra il 2002 e il 2003. Venne infatti scritturato nel cast di Seabiscuit, il film candidato a diversi Oscar sulla storia del mitico purosangue degli Anni 30. Interpretava George Woolf il fantino che sostituì l’infortunato Red Pollard nella memorabile sfida di Baltimora, vinta da Seabiscuit contro il fenomenale vincitore di Triplice Corona, War Admiral.
Nella realtà Stevens ha vinto otto prove della Triplice senza tuttavia riuscire a completare la serie nello stesso anno: 3 Kentucky Derby (Winning Colors 1988, Thunder Gulch 1995, Silver Charm 1997), 2 Preakness Stakes (Sfiver Charm 1997, Point Given 1998) e 3 Belmont Stakes. In quest’ultimo caso, tra le vittorie di Thunder Gulch (1994) e Point Given (2001) c’è quella del 1998. In sella a Victory Gallop Stevens negò per una narice la Triplice Corona a Reni Quiet. Numeri da brivido, come le 8 vittorie nelle prove della Breeders’ e, fuori dagli Stati Uniti, la Japan Cup 1991 sbancata con Golden Pheasant e la Dubai Cup del 1998 con Silver Charm.
Michele Ferrante

 
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