Zinzan rivede Parigi Tornato vincente, prepara l’esordio al montato a 10 anni
— Quasi ignorata, nascosta in una corsa qualsiasi della fredda serata di Torino, domenica è arrivata la vittoria numero 21 della infinita carriera di Zinzan Brooke Tur, di quel cavallo che rappresenta meglio di ogni altro il «non è mai finita finchè non è finita» nel mondo del nostro trotto. Che valore abbia questo successo oltre a quello statistico (è arrivata a quasi 4 mesi dall’ultima, ovvero il triestino Giorgio Jegher) lo dirà il futuro prossimo, anche se veder tornare a vincere un cavallo 6 volte a segno all’estero e riemerso spesso, e con un coraggio quasi violento, dalle nebbie di una carriera che sembrava finita è sempre un’emozione particolare, ricca e intensa. Marco Smorgon, il suo allenatore, driver e custode da sempre, non si illude che l’aver vittoriosamente recuperato 40 metri a cavalli da tutti i giorni o quasi sia l’impresa dell’anno, ma gli dà lo sprint mentale per sperare ancora, per programmare ancora, per progettare di nuovo. Malgrado il suo cavallo abbia 9 anni, in pratica 10, ovvero quell’età in cui il 96% dei trottatori ha già finito. Da tempo. Sospira. «Vincere con lui è sempre un po’ più bello che con gli altri. Sarà che siamo assieme da tanti anni e in tanti anni abbiamo girato il mondo. Domenica mi è piaciuto e mi ha convinto. Qualcuno dirà che non c’era da battere nessuno, ma queste corse se non stai bene le perdi. Venivamo da un Nazioni così così. Io, per via della lussazione alla scapola omerale destra. l’ho visto dallo steccato e un po’ ci ho sperato. In schiena a Lets Go si doveva arrivare più avanti. Invece siamo finiti sesti, come quelli a cui manca un uovo per fare la dozzina». Tace per poi riprendere il filo del discorso: «La solita gola che non gli ha permesso tante volte di essere quello che in realtà è. Nei giorni successivi lo abbiamo curato per tenerlo libero dal catarro e sfiammato. Credo sia stata una mossa giusta. Domenica quando abbiamo attaccato era quello dei giorni belli’». L’entusiasmo di Marco Smorgon è commovente e prelude all’antico amore: la Francia. «Certo. In testa mi rimane sempre quanto ha fatto lui a Vincennes e anche quest’anno cercheremo in ogni modo di andarci. Non più per fare le prove di preparazione al1’Amérique, ma magari una corsa in linea come il France, oppure il Bourgogne che è 2000 metri». Ma dietro questo si nasconde altro. Del tutto nuovo. «Lo abbiamo provato al montato ed è andato bene. Quasi quasi sembrava fosse il suo mestiere da sempre. Io guardo al Prix de l’Ile de France dell’8 gennaio, la corsa di preparazione al Cornulier. Perchè non pensarci?». No. Nulla lo impedisce, ma certo arrivare al montato a 10 anni sarebbe un record. «E noi — replica Smorgon — lavoreremo per stabilirlo questo primato. Lui ha schiena corta, forte ed è fatto per portare bene il peso. E poi penso che al montato gli si toglierebbe il problema del parziale che gli asciuga la gola. Io ci credo, anche perchè questo per regolamento sarà il suo ultimo anno a Vincennes». Ma non finisce qui il progetto Zinzan. «Le sue gambe sono nuove e se riusciremo a badare ai problemi di gola potrà fare per altri 2 anni 5 o 6 corse in Scandinavia. Naturalmente assieme alla carriera da stallone. Io sto vedendo i suoi primi puledri e sono la sua controfigura». Per la serie «amare tanto». Sandro Cepparulo
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