PERCHE’ MI SONO DIMESSO DALL’U.P.T. Riceviamo per pubblicare da parte di Carmine Di Vincenzo, proprietario e gentleman in attività dal 1952, socio UPT fin dalla sua fondazione, la lettera di risposta a Vincenzo Mauro che gli chiedeva il perché delle sue dimissioni. Gentile Presidente, la ringrazio per aver voluto rispondere alla mia lettera di dimissioni. Le preciso, anche in base a quanto mi comunica, le ragioni del mio dissenso. Sono nell’U.P.T. fin dalla sua fondazione, e dimettermi mi è costato tantissimo: purtroppo penso, come molti, che quando la politica dell’UNIRE penalizza tanto scandalosamente i proprietari, senza i quali non esisterebbero né l’ippica né l’UNIRE stesso, l’UPT abbia il dovere di opporsi con tutte le sue forze: cosa che ha fatto quando ha aderito all’Intecategoriale, anche se i risultati, purtroppo, sono stati assai scarsi. Ma in circostanze tanto gravi, stare all’opposizione è un dovere verso i propri associati, mentre stare dalla parte di chi abusa del potere per i suoi interessi personali, significa avallare certe scelte. Oltre tutto, lei dice di aver cambiato rotta per poter almeno dialogare, e che questa scelta avrebbe limitato i danni. Può farmi un esempio di quale sciagura ha evitato ai proprietari, visto che ci hanno levato tutto, montepremi, giornate di corse, ridotto gli ippodromi a cattedrali nel deserto, ingrassando soltanto le Agenzie ippiche che ormai sono padrone di tutto, decidono calendari di corse, orari, inventano nuovi giochi che si possono effettuare solo presso di loro, allontanando ancor più il pubblico dagli ippodromi? Probabilmente lei, signor presidente, non si accorge che Panzironi la sta usando per poter dire che le sue decisioni sono prese con l’accordo delle categorie. Purtroppo, come spesso accade in politica, lei che rappresenta il vertice dell’UPT si è allontanato enormemente dalla base, che in maggioranza è in disaccordo con la sua politica che è solo di condiscendenza. Peccato, davvero peccato, perché l’UPT ha perduto una grande occasione: teoricamente avrebbe dovuto essere in testa alla contestazione, ed invece, dopo esserne stata solo la ruota di scorta, si è messa al servizio di chi ci sta distruggendo. Rispondendo alle sue domande: a che serviranno tante piccole associazioni? Riunite in Federazione, se saranno dirette da persone fuori da ogni tentazione, potrebbero incidere più di quanto “non” abbiamo fatto noi dell’UPT. Che ruolo potranno avere nel prossimo scenario ippico? Se l’UPT continuerà a tenere la stessa rotta, caro presidente, non credo che ci sarà uno scenario ippico nel futuro: perché l’ippica non ci sarà più. Se quanto esposto non basta a giustificare le mie dimissioni, mi convinca del contrario con i fatti, non con le parole. La ringrazio e la saluto. Carmine Di Vincenzo |