Nazioni, Bellei Go Il Lets di Holger Ehlert guida da un capo all’altro a media di 1.13.6
ENNI0 PASCULLI Era un rebus, questo Nazioni, e anche le lavagne riflettevano larga incertezza: apertura con Lejacque d’Houlbec a 2, Classico Merett e Malabar Circle As 2 e mezzo, Pegasus Boko 4, Lets Go 5, lnfant du Bossis 8, da 10 in su gli altri; ma ben cinque cavalli con quota abbastanza contenuta sono evento ormai raro nelle corse di trotto. In pista, invece, ha reso tutto sostanzialmente semplice Lets Go, saldo in avanti dall’inizio alla fine, Molto ci ha messo il cavallo, tornato nella miglior dimensione, quella del Campionato Europeo di Cesena: e a ciò ha contribuito ovviamente il lavoro di Holger Ehlert che sta attraversando un periodo incredibile, dopo Derby e Orsi Mangelli, anche il Nazioni, La ciliegina confezionata da Enrico Bellei, capace non solo di afferrare al volo le occasioni, ma di trasformare in metallo pregiato quanto la sorte gli mette a disposizione. Enrico è schizzato in testa e ha detto di no deciso a Smashing Victory, che a fine curva ha cercato invano di mettersi secondo, impedito da Zinzan. Dopo il primo strappo violentissimo (che ha portato a 500 metri in 34,8, nonostante il leader stesse già riprendendo in mano), Lets Go si è preso un certo respiro, ma ecco che è partito come un falco Lejacque, convinto di poter ottenere strada. Invece, Bellei ha girato la bacchetta e ha respinto nella seconda curva il francese, con decisione dalla tribuna parsa azzardata: dcpo quest’altro allungo (400 metri in 30.3, ma divisi 16 abbondanti e 14 forse scarsi), era difficile pensare che Lets Go arrivasse fino in fondo. Ma, tanto per cambiare, ha avuto ragione ancora una volta Enrichetto: l’hanno anche aiutato gli altri, nel senso che, adeguatosi Lejacque, nessuno ha avuto la forza o l’idea di tentare un’avanzata e così, finalmente, Lets Go si è potuto concedere un 31.3 nel terzo quarto. I gruppo si è perciò ammassato, in doppia fila, ma senza iniziative, in attesa della volata finale. Qui è salito in cattedra Enrico: 28.6 il penultimo quarto, impedendo qualsiasi azionie e tenendo lì Lejacque a soffrire scoperto, poi ultimi 400 giostrati al meglio, facendosi di nuovo venire addosso tutti nell’ultima curva, prima di ripartire in retta, salutando con un irriverente marameo. Media di .13.6, ultimo quarto in 29.6, vantaggio infine limitato (una lunghezza scarsa) ma di assoluto conforto. Ottimo, ripetiamo, Let Go, secondo noi grandissimo Bellei, che tra un ‘dai e vai’ e uno ‘stop and go’ (per dirla alla Cervone) ha portato a spasso l’intera concorrenza. Capitolo battuti zeppo di rimpianti. Iniziamo da quelli di Malabar Circle As che è secondo finendo a velocità tripla, al largo di tutti e venendo da non si dove; come al solito, i se e i ma servono a niente, certo lo svedese guidato da Adielsson ha dato la sensazione d’aver lasciato lì una grande occasione, che avrebbe centrato sicuramente con un po’ più di movimento sul percorso, forse con un maggior coraggio nel cercare la soluzione. Poi ci sono i rimpianti di Pegasus Boko, che - scalogna sua - non ha racimolato manco un euro, sbagliando a metà retta, quando si è finalmente liberato ed è stato lanciato da Andreghetti nel tentativo di speed. Complice un leggero allargamento di Lejacque, Pegasus si è un p0’ stortato e cercando lo scatto a molla ha rotto; altrimenti, sarebbe piombato su Lets Go, battendolo oppure no questo rimane nella fantasia. Ancora, ci sono i rimpianti di Lejacque, per ironia condannato dalla mossa in contropiede che pareva azzeccata: respinto da Bellei, Andrea Guzzinati non se l’è sentita di metterla sul piano del match, anche perché avrebbe servito la corsa ad altri. Ma così Lejacque si è sciroppato tre curve scoperto e inevitabilmiente ha pagato lo scotto in arrivo. Nel mucchio selvaggio finale, hanno trovato i compensi minori Infant du Bossis e Freiherr As, privandone lo stoico Zinzan Brooke Tur che ha speso anzittempo due parziali per non cedere la posizione privilegiata in scia a Lets Go, ma alla fine non aveva più risorse. Anonimi o peggio Classico Merett, Smiashing Victory, Memphis du Rib, ma in questa giraindola infinita nei grandi premi, non è un dramma: la la prossima volta l’esito potrebbe cambiare totalmente.
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