CLASSIFICAZIONE AUTOMATICA DEGLI IPPODROMI Sulla classificazione degli ippodromi si sono consumati fiumi di inchiostro. Naturalmente gli impianti giudicati di categorie inferiori si ribellano e non ci stanno. Certamente se si forniscono dei parametri a chi deve materialmente provvedere alla classificazione, i risultati dovrebbero essere incontestabili. Ma non ci sembra giusto giudicare gli ippodromi freddamente, senza tener conti di certi valori che sono legati alla cultura, alla tradizione, a fattori ambientali o di promozione. Pensiamo piuttosto che ormai, dopo tanti anni, gli Ippodromi si siano “classificati” da soli, e che gli appassionati questa classificazione l’abbiano ormai ben stampata nella mente. Come per i guidatori: se parlate con un ippico, con uno scommettitore, che dell’ippica è il vero competente ed anche il vero, materiale sostenitore, state certi che vi saprà classificare i drivers come nessun altro. Ebbene, in base proprio a queste conoscenze, suffragate dall’aver interpellato moltissimi addetti ai lavori, dai proprietari agli allenatori, dagli scommettitori agli impiegati delle Agenzie, ai dirigenti degli impianti, è venuta fuori una classificazione quasi automatica che sottoponiamo al giudizio di tutti, e che non è quindi “inquinata” da clientelismi o raccomandazioni. Naturalmente teniamo conto dei soli ippodromi di trotto, non avendo competenza di quelli del galoppo. CATEGORIA A Milano, Roma, Napoli CATEGORIA B Bologna, Firenze, Palermo, CATEGORIA C Aversa, Montecatini, Montegiorgio, Padova, Taranto, Torino, Treviso, Trieste. CATEGORIA STAGIONALE Castelluccio dei Sauri, Ferrara, Modena, Ravenna, S.Giovanni Teatino 1.a CATEGORIA Estiva Cesena 2.a CATEGORIA Estiva Alberga, Civitanova Marche, Follonica, Pontecagnano, SS. Cosma e Damiano. Una volta stabilite definitivamente le categorie, si dovrebbe programmare intelligentemente, distribuendo il montepremi senza clientelismi, tenendo conto del parco cavalli stanziali, delle esigenze tecniche e di quelle promozionali, oltre che della redditività. Il calendario dovrebbe essere stabilito almeno di sei mesi in sei mesi, pubblicandolo con sufficiente anticipi. Tutte cose semplici: il sospetto, attualmente, è che proprio la semplicità non sia gradita in alto loco, perché poco si presta ai giochetti di corridoio per favorire gli “amici”. |