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Le Voci del Trotto: Resisterà l'ippica fino alle prossime elezioni? (21.10.05)  
Autore: unagt
Pubblicato: 21/10/2005
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RESISTERA’ L’IPPICA FINO ALLE PROSSIME ELEZIONI?

 

                Quando si parla di riorganizzare l’ippica, di darle un volto nuovo consono ai tempi che (purtroppo) sono cambiati, non si può non essere d’accordo. Ciò che si contesta è il sistema e gli uomini a cui è affidato l’incarico: persone che non hanno nessuna esperienza né conoscenza del mondo dei cavalli, della sua storia che è anche quella degli ippodromi e delle corse. Ed allora le cose si complicano, si affidano costosi studi a società che tengono conto di criteri che se vanno bene per le industrie o le fabbriche, non sono idonei all’ippica che non è solo scommesse o gioco, ma è soprattutto cultura e salvaguardia e miglioramento di una specie, quella equina, che senza le corse rischierebbe l’estinzione. Soprattutto bisognerebbe tenere in gran conto che, grazie ad uomini del passato che rispondono ai nomi di Orsi Mangelli, Castelvetro, Cacciari ecc. che nell’immediato dopoguerra seppero salvare i cavalli grazie ad una Legge votata in Parlamento (legge Mangelli), l’ippica scoprì il modo di essere autosufficiente. In effetti il mondo dei cavalli non ha dovuto mai chiedere sussidi al Governo, ma la sua organizzazione, finchè è stata affidata ad uomini competenti eletti dalle categorie, ha consentito la sua vita autonoma che ha portato negli ippodromi il più bel pubblico grazie ad uno sport che ha prodotto grandi campioni. Purtroppo la buona salute delle sue finanze ha svegliato l’appetito dei politici, che hanno visto la possibilità di di inserire nei quadri, ampliandoli a dismisura, loro protetti, che hanno non solo assottigliato le risorse, ma addirittura, abolendo la democrazia nella formazione dei Consigli direttivi, hanno trasformato il mondo dei cavalli in un carrozzone per portaborse. Si sono impadroniti delle scommesse controllandole attraverso infiltrati parentelari o fidati prestanome. Ed allora il ricavato delle scommesse si è perduto tra le Agenzie ippiche, ed i salatissimi costi di gestione dell’UNIRE che è diventato un Ente che mette soggezione non fosse altro che per le sue proporzioni. E per il montepremi, che è la benzina che alimenta le corse da dove si traggono gli utili, restano le briciole. Il risultato ultimo è che l’incompetenza dei vertici, dovuta all’ignoranza “ippica”, ci ha portato sull’orlo di un baratro. Le misure proposte da questi ignoranti ippici non possono che peggiorare la situazione. Panzironi, che è il deus ex machina di questo rondò capriccioso, è in un vicolo cieco: non può sacrificare i suoi amici, che sono soprattutto Ughi (Agenzie Ippiche) e Cazzaniga (Allevatori) che lo sostengono con grande autorevolezza ed entusiasmo, ed allora deve torchiare proprio le categorie che producono, cioè i proprietari ed  allenatori/ guidatori. Ha la fortuna che queste categorie non sono unite e solidali: l’U.P.T. è affidata all’architetto Mauro, che pur nel contrasto con ben 5 consiglieri su 12, firma ad occhi chiusi qualunque documento gli sottoponga l’UNIRE anche se penalizzante per i proprietari: gli allenatori sono divisi in due Associazioni, di cui la meno numerosa è rappresentata da Gabriele Baldi, anch’egli obbediente ai suoi cenni. Ed il gioco al massacro di Panzironi, grazie anche a questi personaggi, continuerà almeno finchè durerà questo governo, e di conseguenza l’uomo inviatoci dal ministro Alemanno. Le elezioni politiche del prossimo anno, se resisteremo fino ad allora, sono l’unica speranza dell’ippica.

 
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