Banca Dati / Numeri
Banca dati prestazioni
 
Accedi
Nome utente:
Password:
Password dimenticata?
Non ancora registrato?
 
Lo Sportsman: Duri a morire (11.10.05)  
Autore: unagt
Pubblicato: 11/10/2005
Letto 756 volte
Dimensioni 3.84 KB
Versione stampabile Segnala ad un amico
 

UNA GIORNATA SPECIALE

Duri a morire

LUIGi MIGLIACCO

A bocce ferme, a mente fredda, a cavalli ormai sciolti in paddock a godersi un meritato riposo, la giornata di domenica a Roma merita un analisi che vada al di la del semplice fatto sportivo che pure rappresenta, come è giusto che sia, il punto focale del Derby Day. Nel comprerla non possiamo pero prescindere da un fatto eclatante: le 9.000 persone (forse di più, sicuramente non di meno), che si sono riversate a Tor d Valle tra parterre, scuderie, ristorante e “vippaio’, con tutto quel che segue in tormini di dati e di gioco. 9.000 persone di cui almeno la metà si è soffermata un attimo a guardare a mostra fotografica allestita dal collega Beppe Berti, nella quale abbiamo rivisto volti e luoghi di un’ippica romantica, che non c’è più e che forse’ è caduta troppo presto nel dimenticatoio. Almeno la metà di quei 9.000 hanno guardato con simpatia bambini colorare i poster che rappresentavano l’Africa. Un’altra metà, quella maschile sicuramente, ha buttato l‘occhio all’indirizzo delle danzatrici del ventre che si sono esibite sul palco. Tutti o quasi hanno applaudito l’imbattibile Rily The Kid vincere con la piccola Giusy Savarese i derby dei pony, ma nessuno di essi è sembrato in crisi d’astinenza “pallonara’.
Già, perché è inutile girarci attorno: domenica 9 ottobre il calcio che conta, perlomeno a Roma, ovvero quello di serie A, era in vacanza e per entrare e Tor di Valle non c’era bisogno d varcare tornelli o acquistare in anticipo biglietti nominali: bastava comprare a botteghino un tagliando da 5 euro da versare in benefcenza per accedere a uno spettacolo sportivo di prim'ordine, all’aria aperta sotto un sole degno delle ottobrate romane celebrate si da Belli e Trilussa, che potrebbero sembrare di parte, ma anche da Lord Byron, non il cavallo (quello è Byron Lord) e tanti altri. Non c’era calcio, non c’erano motori (in Giappone era gia tutto finito) l‘unica ipotetica concorrenza sportiva veniva dai campionati di basket e pallavolo. Ci si può stare e soprattutto si può vincere. E anche i dati delle scommesse complessivi, quelli della rete esterna, quelli che negli ultimi mesi hanno preoccupato notevolmente, hanno risentito in maniera positva dell’assenza del pallone, come potete vedere nell’analisi pubblicata all’interno. Quanti in passato hanno letto di un’ippica in crisi, alla canna del gas, e poi domenca sono passati da Tor di Valle si saranno chiesti “Dov’è l‘errore”. Li preghiamo di farsi un giro giovedì pomeriggo tanto per darsi una regolata.
La mancata concomitanza tra Derby Day e calcio di serie A che si ripete da un paio di stagioni è probabimente frutto del caso, o magari no, ma ci insegna comunque che qualcosa si può fare, soprattutto in sede di preparazione dei grandi eventi, di quelle cinque o sei occasioni l’anno in cui l’ippica può rappresentare davvero l’ombelico del mondo sportivo. E che possono costituire un grande volano per tutto il movimento. E allora, visto che il calendario è in corso di rivisitazione, perché non buttare l'occhio anche quello che fa Re Pallone. Le soste ci sono, sfruttiamole. Quello di domenica scorsa non e l’unico esempio: pensate al Derby di galoppo che giunge quasi sempre a campionato finito e non ha paragoni, in quanto ad affluenza, con le altre classiche del galoppo di primavera che scontano la concorrenza delle ultime domenche di calcio vero, ma che il prossimo anno avranno campo libero vista a fine anticipata del Campionato dovuta ai Mondiali.
Prima i risultati delle aste, poi questo Derby, L’ippica è ancora viva, anzi, è dura a morire, nonostante tuttol

 
Torna alla categoria | Torna all'indice principale
 www.ctech.it : Computer's Technology Srl © 2013 info@ctech.it 
&