L’agonia di San Siro trotto Il consiglio comunale rinvia il voto del salvataggio: il rischio demolizione resta
MILANO - Il giorno del salvataggio si trasforma nell’inizio di una lenta agonia dell’ippodromo del trotto di San Siro, una gallina dalle uova d’oro nelle mani di Snai, il sindacato delle agenzie ippiche che possiede gli impianti milanesi e non vede l’ora di dismettere la maggior parte possibile di aree ippiche che diverrebbero oggetto di più lucrose operazioni immobiliari. Da sempre gli ippodromi e le piste di allenamento (Trenno e Maura) stuzzicano gli appetiti speculativi del proprietario di turno. Ma se in passato ogni pericolo è stato sventato, stavolta il destino dell’ippodromo del trotto sembra segnato assieme a quello della Maura, probabilmente destinata ad ospitare il nuovo impianto. Ieri il consiglio comunale di Milano avrebbe potuto votare due delibere di salvataggio ma non lo ha fatto, rimandando l’operazione di 8 giorni. Un segnale allarmante sulla scarsa volontà politica di chiudere la vertenza in favore dell’ippica. Laura Molteni, consigliere comunale, è la promotrice di una delle due delibere di salvataggio: «Il trotter non è sotto il vincolo monumentale, ma se la delibera fosse passata l’area su cui sorge avrebbe conservato la sua missione speciale ad indirizzo ippico». Invece: «Invece accadono cose strane, preoccupanti, pericolose. La prima in mattinata, poche ore prima della discussione della mia delibera. Una riunione urgente della commissione sportiva e urbanistica, con presentazione di un nuovo progetto per l’area del trotto. Case, negozi, alberghi, un piccolo parco eccetera. Il tutto senza seguire la prassi lungo un’inspiegabile corsia preferenziale». Un preambolo preoccupante: «Sulla delibera pro-ippodromo c’era l’accordo trasversale dei capigruppo e, quindi, la certezza che la votazione sarebbe stata favorevole. Tutto questo prima della commissione di stamattina (ieri n.d.r.)». Poi cosa è accaduto?: «Al momento della discussione e della votazione il consigliere Riccardo Albertini ha proposto un rinvio della votazione». Che sarebbe stato respinto se tutti avessero mantenuto le promesse: «Invece è passato, con l7 voti favorevoli, 17 astenuti. Solo 5 i contrari, ovvero i favorevoli al passaggio della delibera». Quindi: «Credo sia inutile ogni altro commento, Qualcuno sta giocando una partita poco chiara». Per fortuna l’assessore all’urbanistica, Giovanni Verga, avrebbe considerato il progetto Snai non compatibile con l’area interessata. Mala sensazione è che qualcuno stia prendendo tempo per poi tornare alla carica. Michele Ferrante
Galoppo e Trenno i soli vincolati L’8 luglio del 2004 la Soprintendenza per i Beni culturali sancì il vincolo «monumentale» di una gran parte degli impianti ippici milanesi: l’ippodromo del galoppo con le scuderie annesse e la pista di allenamento di Trenno con scuderie annesse. Rimasero fuori dal vincolo totale, l’ippodromo del trotto e la pista di allenamento del galoppo della Maura che devono però mantenere un impiego sportivo. Il trotter sorge su una superficie dii 52.000 metri quadrati, la Maura ne ricopre circa il doppio.
Negozi, hotel, case e trotto alla Maura MILANO — Il progetto presentato ieri in commissione sportiva e urbanistica del Comune è stato elaborato dall’architetto Stefano Boeri per conto di Snai, proprietaria degli ippodromi milanesi. Tale progetto prevede una nuova destinazione delle aree su cui sorgono ippodromo e scuderie del trotto. Al loro posto strutture immobiliari quali centri commerciali, alberghi, centri sportivi e residenze abitative. L’impianto del trotto verrebbe ricostruito alla Maura o su un’altra area nei pressi di Settimo Milanese.
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