L’INCANTATORE DI SERPENTI SUONA ANCORA IL SUO PIFFERO Non finisce di stupire Franco Panzironi. Le sue esibizioni come incantatore di serpenti lo ha portato sulle pagine di Sport & Scommesse, dove ha rilasciato una delle sue famose interviste. Ha ribadito i rimedi che secondo lui dovrebbero risollevare (!) l’ippica e che intende mettere in atto con la benedizione dei vari Vincenzo Mauro (UPT), Mario Mattii (Federtrotto), Gabriele Baldi (ANAGT) e Cazzaniga (Allevatori): questi ultimi ormai lo seguono come i topolini della favola di Grim dietro il pifferaio, senza accorgersi che li sta portando fuori dal loro pascolo. Secondo “l’ineffabile” bisogna ridurre le corse, tagliandone oltre 5.000, come se i soldi del montepremi non venissero dal gioco: ridurre le corse significa diminuire il flusso di denaro che proviene dalle scommesse su queste corse. Badate bene: dice “ridurre”, non eliminare quelle passive, che sarebbe magari ragionevole. Vuole poi eliminare anche 3.000 cavalli da corsa, dando l’impressione di voler prendere esempio dal galoppo, che da anni conduce una politica fallimentare mantenendosi sull’iniqua divisione a metà dei proventi con il trotto, senza il contributo del quale avrebbe già chiuso. Sulle idee per ripopolare gli ippodromi, le soluzioni proposte da Panzironi sono addirittura comiche: sale cinematografiche, giochi, slot machine…insomma “venite negli ippodromi, ma i vostri soldi non impiegateli per scommettere sui cavalli, anzi, guardatevene bene!” Non ha capito il Segretario, che la fine dell’ippica è cominciata quando ha messo a disposizione degli altri giochi, calcio ed altro, la propria collaudata organizzazione: le “Sale Corse”, pomposamente ribattezzate “Agenzie Ippiche”, aperte alle altre scommesse che hanno sottratto soldi all’ippica piuttosto che invogliare un pubblico maggiore a giocare i cavalli. Una organizzazione che si è messa a disposizione della concorrenza senza nessuna contropartita. Non solo: ma castigando chi si reca negli ippodromi, dove spesso si limita la possibilità che offre una qualunque agenzia ippica. E l’appassionato ippico è così penalizzato proprio nella sede più idonea alla sua passione, scoraggiandolo a frequentare l’ippidromo. La gratificazione ai tre Ippodromi maggiori è poi sconcertante: Milano, Roma e Napoli si beccano il 66% delle risorse totali, sia come montepremi che come finanziamenti. Il 33% restante deve alimentare tutti gli altri: quanti sono? Solo al trotto, ben 23, ma bisogna aggiungervi quelli del galoppo, e non siamo lontani da una quarantina. Tre ippodromi dunque ricevono montepremi e sovvenzioni pari al 66%, quaranta (!) debbono dividersi il 33% del totale. Questa è la verità, e per questo pensiamo di essere di fronte allo smantellamento dell’ippica piuttosto che ad una sistemazione. Checchè ne dica l’Incantatore di Serpenti… |