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Prima pagina: L'evoluzione del sistema giochi  
Autore: unagt
Pubblicato: 24/7/2005
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Riportiamo l'intervento del Segretario generale Unire Franco  Panzironi, reso in occasione del convegno internazione "L'evoluzione del sistema dei giochi: analisi comparata", Roma 27-28 febbraio 2003

Moderatore

Altro segmento, l'Unire, il Segretario Generale, Panzironi, prego.

 Franco PANZIRONI, Segretario Generale Unire

Anzitutto ringrazio gli organizzatori per l'invito e saluto i partecipanti, sia quelli intorno al tavolo, sia quelli in platea.

Il tempo a disposizione non permette lunghi interventi, quindi sarò bre­ve e vengo subito al dunque.

Stato e mercato, ci sarebbe da parlare per ore e da diversi punti di vista.

Ma limitiamoci ad una questione che mi sembra fondamentale: posto che lo Stato, per il settore del quale parliamo, non può non avere un ruo­lo centrale per numerose razioni che sono già state ricordate.

Mi sembra, tuttavia, di poter dire che, una volta stabilita l'orditura legi­slativa, tesa soprattutto a salvaguardare il primato evidente dell'interesse pubblico, lo sviluppo dinamico del settore sia meglio servito dal libero gio­co del mercato, dovendosi, quindi, limitare lo Stato a dettare le regole.

Il libero gioco del mercato, con tutto ciò che ne consegue in termini di competitività, innovazione, sviluppo andrà, in ultima analisi, a servire l'o­biettivo finale dell'interesse pubblico.

In termini, ad esempio, di crescita delle entrate, sia attraverso politiche di innovazione e promozione del prodotto, sia attraverso azioni che inco­raggino l'adesione alle attività legali, scoraggiando per contro, il sommer­so e il clandestino.

In questo contesto, quindi, l'obiettivo strategico/tattico di un ente come Unire, tanto per parlar chiaro, pur tenendo ben presente la superiorità e cen­tralità dell'interesse pubblico, che è ovviamente connaturato alle finalità istitu­zionali dell'ente stesso, deve assolutamente essere quello di aprirsi al mercato.

Perché, come cercherò di chiarire, solo aprendosi al mercato si può instaurare il circolo virtuoso che porta all'innovazione, allo sviluppo, a mag­giori risorse, indispensabili per raggiungere meglio gli obiettivi istituzio­nali di Unire. Ma cosa vuol dire aprirsi al mercato.

Anzitutto molto semplicemente, acquisire e utilizzare quelli che sono gli strumenti tipici degli attori del mercato: le ricerche, per capire bene prodotti e contesto in relazione agli utilizzatori, ai clienti; piani di marketing, comunicazione.

Mi spiegherò con un esempio che, nella sua semplicità, rende forse più chiaro il mio discorso. Tutti siamo consapevoli dell'importanza del settore del quale stiamo par­lando, anche in termini puramente quantitativi: 14 miliardi e 643 milioni di Euro. senza contare il giro d'affari delle sale Bingo, che sono molto re­centi e hanno natura leggermente diversa.

Ebbene cosa è successo in termini di puri numeri, di incassi, negli ulti­mi cinque anni?

Niente, potremmo dire: i circa 13 miliardi e 400 milioni di Euro del 1993, sono diventati, come abbiamo appena detto, circa 14 miliardi e 600 milioni nel 2002.

Complessivamente un +9%, che, se teniamo conto dell’inflazione, si azzera quasi completamente: un andamento piatto.

 

 

IL MERCATO DEI GIOCHI IN ITALIA
(Valori espressi in milioni di Euro)

 

...Bene. Anzi, male. Non c'è certo da festeggiare. Ma questo andamento è uguale per tutti?

No, l'abbiamo sentito ripetutamente. Ma c'è una logica. un bandolo, che ci faccia capire?

Io non sono un tecnico ippico ma conosco bene le metodologie di mer­cato, quindi, qualcosa mi sembra di averla capita.

Intanto che se consideriamo il mercato dal punto di vista dell'utente, del cliente, del customer, come direbbero gli inglesi, dal suo rapportarsi al gio­co in termini di atteggiamento, di motivazioni, di comportamenti di uti­lizzo, abbiamo due grandi settori, che potremmo forse definire due sub­mercati, all'interno del mercato più grande. giocatore, sono di cabala, di ricorrenze, di sonni, di sensazioni, con l'uni­ca eccezione, probabilmente, del gioco sui numeri ritardatari al Lotto.

E il mercato dei giochi di competenza, dove spesso, solo per capire le regole di gioco, bisogna sviluppare conoscenze, anche tecniche, che sco­raggiano i giocatori occasionali.

Non è la sede, né abbiamo il tempo per approfondire il discorso, ma tor­niamo al dunque: agli incassi negli ultimi cinque anni.

Se facciamo questa suddivisione (e mi pare che le ultime notizie sii Totocalcio condividano questa impostazione) e mettiamo, da una parte i vari Totocalcio, Totogol ecc., più le scommesse, ippiche e sportive, Tris, Totip e Formula 101; e dall'altra Lotto, Superenalotto, Gratta e Vinci e Lotterie, vediamo che le cose cambiano.

Intanto, il primo settore, quello dei giochi che richiedono competenza, conta solo per il 30% del totale, e nei cinque anni dei quali stiamo par­lando è rimasto al palo: 4 miliardi e 400 milioni di Euro circa nel 1998 e assolutamente la stessa cifra nel 2002, Euro più Euro meno.

È vero, ci sono all'interno differenze. Le scommesse sportive vanno mol­to bene, da 5 milioni di Euro del '98 a più di un miliardo del 2002. Anche le scommesse ippiche vanno bene da 1 miliardo e 800 milioni di Euro, sempre del '98, ai quasi 2 miliardi e 300 milioni del 2002.

Ma, a ben guardare, si tratta di sostituzione, di travasi. Quello che per­dono, nel periodo, Totocalcio, Totogol e Totosei va nelle scommesse spor­tive e quello che perdono Tris e Totip, dal '9S al 2002, va nelle scommesse ippiche.

Il totale non cambia assolutamente.

E i giochi di fortuna? Intanto, come abbiamo visto, sono la parte più importante, il 70% del totale, e l'andamento è positivo: crescono dai 9 mi­liardi di Euro del '98 ai 10 miliardi e 300 milioni del 2002, un ricco +144'. E allora?

Beh, per. dirla così, terra terra, io come operatore del mercato, se do­vessi sviluppare un nuovo prodotto, torse saprei quale sub-settore sceglie­re.

E avrei anche qualche idea su come farlo e perché.

Aprirsi al mercato non è, quindi, una petizione di principio, benché an­che questo, a dire il vero, potrebbe aiutare.

Ma vuol dire soprattutto dotarsi delle competenze necessarie per af­frontare le questioni in maniera corretta. appropriandosi degli strumenti adeguati e utilizzandoli nella maniera pii consoni. da un punto di vista professionale.

La comunicazione, ad esempio.

Anche in questo caso, richiamare qua!che cifra potrà  inquadrare il discorso aiutare  a inqua­drare il discorso...

 

La relazione del segretario generale si conclude sottolinenando l'importanza  della comunicazione pubblicitaria, per cui in Italia si spende ben al di sotto di quanto si faccia negli altri paesi occidentali.   Definisce il nostro un mercato "muto". Sottolinea che la valenza della comunicazione pubblicitaria dipende  "dall'uso che ne fa". L' opposto di quello che ne fa l'Unire, aggiungiamo noi, visto il calo verticale delle scommesse ippiche dopo la cura Panzironi.

 

G.R.

 

 

 
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