Il meglio delle audizioni Il decalogo di Viani: «Ristrutturare l’ Unire la base per il rilancio» Il “papà” di Varenne espone il suo piano all’amico Zaia: ridurre le corse, copertura tv, abbattere i prelievi fiscali
Luca Zaia (sinistra), ministro delle Politiche Agricole e Forestali, e Sandro Viani, presidente dell’Anact (Associazione Nazionale Allevatori del Cavallo Trottatore), insieme in occasione dell’ultima edizione di Fieracavalli Grasso ACCORDO PER IL FUTURO C’è un po’ di tutto nel frullatore ministeriale che da alcuni giorni ha aperto le proprie porte per “audire” chiunque abbia qualche idea da proporre a difesa del paese degli uomini e cavalli. Progetti intelligenti si mescolano a proposte scontate e banali ed averi e propri solioqui, incomprensibii. Per alcuni è l’occasione per portare la propria esperienza costruttiva e brillante, per altri, molti, troppi, la commissione diventa una sorta di grande stanza mediatica dove accorrere per non essere considerati out e potersi vantare con i congiunti di essere stati invitati al buffet dell’ippica. Per non parlare poi dei “riciclati” che tentano di ricostruire un improbabile verginità artificiale dopo avere affossato il settore quando erano seduti sulle comode poltrone del comando. Il Mipaf da inaccessibile privé, in queste ore assume le sembianze di un locale popolare, dove tutti possono entrare. Avete presente i provini per potere partecipare ad X Factor? Pochi cantanti dal sicuro talento e molti infiltrati a caccia di un attimo di celebrità o dell’occasione per un salamelecco da offrire ai potenti. Tra i primi, quelli intonati, che grazie a Dio nell’ippica esistono ancora, va annoverato di diritto Alessandro Viani, papà bipede di Varenne, comandante in capo degli allevatori del trotto e primo alleato di Zala nella grande battaglia epocale per salvare il compatto. Non a caso è sceso in campo con il pettorale numero i nella lista degli auditi. Viani ha portato un affresco sintetico della situazione italiana del mondo degli uomini e cavalli. Una lucida analisi, scevra di fastidiosi ghirigori barocchi, che porta alla luce le cause di una co&i penosa realtà di cui estrapoliamo i punti nevralgici. IL CROLLO I legislatori prima del termine della guerra, promulgano la legge Mangelli al fine di rendere l’allevamento economicamente indipendente e, per sottrarlo alle pressioni delle nascenti e potenti Società di corse, viene creata l’Unire, ente di diritto pubblico al quale viene concessa la potestà di organizzare il gioco direttamente o indirettamente sulle corse dei cavalli, finalizzato al reperimento delle risorse necessarie per finanziare le corse e soprattutto l’allevamento. Nell’ambito dell’Unire furono creati quattro Enti tecnici dipendenti: Encat (Ente Nazionale Corse al Trotto) per il Trotto; Jockey Club Italiano per il Galoppo; SteepIe Chase per le corse ad ostacoli; Enci (Ente Nazionale Cavallo Italiano), per cavallo in generale. Il contributo tecnico fornito da questi Enti fu fondamentale sino alla loro incorporazione, con la confluenza del solo personale amministrativo in capo all’Unire, con la riforma del 29 ottobre 1999, n. 449. Nel 1999, sotto la spinta delle Società di corse, con il primo governo Prodi con l’aluto determinante del gruppo bolognese facente capo a Nomisma, si è approdati ad una modifica legislativa che ha stravolto la legge Mangelli. Ne consegue l’incorporazione dei quattro enti tecnici dipendenti. confluiti in seno all’Unire. Viene travasato il personale amministrativo, ma non la parte tecnica, la sola, importante e indispensabile. Ancora oggi subiamo pesanti conseguenze negative in termini di carenza di programmazione tecnica Gli effetti nefasti sono sotto gii occhi di tutti. Dopo quella riforma, l’Unire ha perso per colpa del governo Prodi la potestà sull’organizzazione del gioco, passata in capo ad AAMS (Azienda Autonoma Monopoli di Stato). Questo passaggio ha determinato il dissesto delle finanze ippiche alutato dalla gestione di questi ultimi anni dell’Unire che non ha certo brillato per rigore. Dal 2004 le somme a disposizione del montepremi sono diminuite del 40%, mentre nello stesso periodo le remunerazioni degli ippodromi sono aumentate del 50%. NUOVE STRATEGIE Ora occorre una strategia di sviluppo verso un traguardo che, in tempi ragionevoli, riporti l’Ente alla quasi completa indipendenza economica basata su: a) riqualificazione tecnica del prodotto corse e riduzione del numero di giornate di corse di almeno il 30%; b) controllo ferreo sulla regolarità delle corse e degii orari di svolgimento; c) diffusione sui media in chiaro delle corse e servizi tesi a far conoscere alla gente i valori dell’ippica, utilizzando persone valide ed esperte del settore; d) programmazione di due grandi eventi uno al trotto e uno al galoppo, della massima importanza tecnica ed economica soprattutto, su cui organizzare un adeguato battage pubblicitario con la ricerca di sponsors di prestigio. ONERI ECCESSIVI Per concludere vanno assolutamente rivisti gii oneri fiscali sulla compravendita dei cavalli ed i prelievi sulle scommesse equine. In Francia l’acquisto di un cavallo da corsa viene tassato del 2.1% se chi compra è persona fisica e del 5,2% se azienda, mentre in Italia l’Iva del 20%, voluta dalla sinistra, al- lontana chi vuole intraprendere questa attività. Per le scommesse ippiche, indispensabili perché finanziano il comparto, abbiamo il prelievo più alto del mondo. Puntare su una partita di calcio costa anche 8 volte di meno rispetto ad una corsa. Una follia.
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