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Agipro: Comitato di crisi: "via dalle corse 700 cavalli" (31.10.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 14/11/2008
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Pubblicato il 31 ottobre 2008 ore 18:40

IPPICA - COMITATO DI CRISI: "VIA DALLE CORSE 700 CAVALLI"
 
(red.) ROMA - "Oggi scadeva il termine per la presentazione con relativo pagamento dei tassi di monta per i cavalli nati nell’anno - si legge in una nota diffusa dal comitato di crisi dell'ippica - Circa settecento monte non sono state saldate e i certificati di fatto invalidati. Questo vuol dire che circa settecento puledri trottatori già nati - tra cui anche tre figli di Varenne - non sono stati iscritti allo stud book e non potranno correre. Il loro destino, salvo recuperi o ripensamenti improbabili (difficile che chi non ha onorato i conti lo faccia più avanti pagando addirittura una multa) è segnato: macello, termovalorizzatori, vendita a personaggi senza scrupoli a poco prezzo e magari in un prossimo futuro cavalli destinati alle corse clandestine, o in ippodromi esteri orientali. E se corrono forte allora andranno a sostituire illegalmente cavalli senza segni particolari in possesso di certificato ma brocchi. Insomma dei nati nel 2008 mancheranno all’appello circa 700 cavalli sui 4700 previsti. Questo è solo l’inizio della fine del settore, annunciata già dall’autunno dalla fine del mercato. Da gennaio molti allevatori smetteranno gli investimenti, molti ippodromi chiuderanno i battenti, le loro aree saranno destinate ad altro.
In particolare due ippodromi di proprietà (la maggior parte degli ippodromi italiani sono di proprietà comunale) importanti come Milano trotto e Tor di Valle, l’uno ufficialmente in vendita in attesa di cambio di destinazione d’area, l’altro in difficoltà economica seria ma sito in un’area appetibilissima dal punto di vista edilizio, potrebbero salutare la compagnia, difficile per i sindaci resistere in presenza di una simile crisi del settore. Per quanto riguarda gli allevatori, il miglior sangue italiano se ne andrà all’estero assieme alle grandi professionalità che hanno portato la nostra ippica a primeggiare nel mondo. Fattrici in America, stalloni in Svezia, guidatori in Svezia o in Francia, fantini e allenatori in Inghilterra o in oriente, o magari tra gli sceicchi. Varenne, del resto, già svolge in Svezia metà della sua attività stalloniera. Per ricostruire un parco allevatorio credibile, una selezione straordinaria che ha più di mezzo secolo di tradizione, ci vorrà molto più di un lustro. Oltre a dar lavoro a 50.000 famiglie, l’ippica ha una ricaduta d’indotto enorme. Autotrasportatori, veterinari, migliaia di rivenditori di scommesse ippiche (Tris e altro), maniscalchi, sellai, industriali dell’abbigliamento e degli accessori etc. saranno rapidamente spazzati via dalla crisi. La fine del cavallo atleta, secondo una inchiesta Nomisma, rappresenterebbe il cambio di destinazione forzato per 100.000 ettari di territorio italiano destinati alla fienagione, con tutta la ricaduta sul cambio di agricoltura d’area non sempre possibile, ricollocazione della manodopera etc. Un vero e proprio tsunami di cui i politici sembrano non rendersi conto".
 
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