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Le Voci del Trotto: Cosa chiediamo al Governo che cosa dobbiamo fare noi  
Autore: roberto
Pubblicato: 16/10/2008
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COSA CHIEDIAMO AL GOVERNO CHE COSA DOBBIAMO FARE NOI

(g.c.)    E’ auspicabile che l’ippica possa riprendere, sia pure faticosamente, il suo cammino. Lo dovrà fare con l’aiuto del Governo, ma anche con le proprie forze.

            Al Governo abbiamo chiesto un aiuto nell’immediato, consistente nel ricercare quei trentacinque/quaranta milioni di euro che mancano per portare a termine il 2008 in modo almeno decoroso. Soldi che comunque varie volte erano stati promessi e garantiti (sic!) sia da Alemanno che da De Castro quando erano ministri del MIPAF e mai dati all’ippica.

            Poi di intervenire affinchè al gioco sui cavalli venisse applicato un prelievo pari a quello degli altri giochi, anche perchè la scommessa sui cavalli dà lavoro a cinquantamila persone, mantiene in vita la nobile razza equina altrimenti destinata a scomparire, ha un ruolo culturale importantissimo.

            Ancora di ricavare una percentuale da quei giochi che l’ippica ha ospitato finora gratuitamente nelle proprie strutture, e che, paradossalmente, le hanno fatto concorrenza contribuendo al calo delle proprie scommesse.

            Poi, ed è la parte più importante, di ristrutturare il sistema, rivedendo le competenze, dopo le pessime prove offerte dalle gestioni UNIRE dal momento dell’accorpamento, o meglio della cancellazione, degli enti tecnici ENCAT e Jokey Club.

            Ammesso che si riesca in breve tempo ad ottenere i cambiamenti richiesti, il compito più difficile e le responsabilità più grosse ricadranno sulle spalle degli ippici.

Perchè il ritorno alla democrazia, ad eleggere i propri rappresentanti nei rinnovati Enti tecnici, deve coincidere con una seria presa di coscienza da parte delle categorie. La base, i singoli, non dovranno più lasciarsi incantare dalle chiacchiere e dal carisma di certi personaggi. Dovranno tener conto delle responsabilità di chi ha prodotto i danni. I cognomi non dovranno far presa su nessuno: bisognerà mettere ai posti giusti gente che abbia la competenza  per poter gestire la parte organizzativa e tecnica, che non abbia interessi personali da difendere. Troppo spesso si sono mandate avanti persone che avevano legami stretti con allevamenti o con ippodromi o addirittura con la rete di raccolta delle scommesse. Ebbene il risultato, scontato, è stato il rafforzamento di tali “parentele” a scapito dell’interesse dell’ippica. Allora dovrà essere compito delle categorie fare pulizia all’interno di sè stesse, chiedere cortesemente a questi personaggi, dei quali non occorre fare i nomi perchè ben conosciuti, di starsene a casa dove potranno ben difendere i propri diritti senza vendere le categorie rappresentate.

            Insomma se vinceremo la “guerra di liberazione”, subito dopo dovrà esservi, come in tutte le guerre che si rispettano, la fase dell’epurazione per non ricadere nel clientelismo e nei favoritismi che hanno portato l’ippica nello stato attuale.

 
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