LA PROTESTA DEI GIUDiCI
Posizioni
intransigenti da cambiare

Una protesta che si affianca a un’altra protesta. I giudici sono sul piede di guerra e dalla Fift hanno risposto piccati alla notizia pubblicata ieri sostenendo che ‘11 commento finale «doveri subito diritti eventualmente dopo» è da trascurare. Tra l’altro dalla lettura dell’articolo traspare la volontà del giornalista di’arroccarsr’ su posizioni intransigenti che riteniamo nemmeno condivise dalrlJnire. Ammesso e non concesso che vi siano nelle Direzioni corse delle persone, a dire dell’articolista, meno preparate, è evidente che tale assunto non può giustificare il tentativo di penalizzare l’intera categoria. In definitiva l’articolo non porta alcun contributo positivo alla vicenda”, In realtà nessuno vuole penalizzare un’intera categoria e, anzi, l’auspicio è che venga ristrutturata una catena di controllo (e non ci riferiamo solo alle Giurie) che evidentemente non funziona. E sono i risultati a dimostrarlo. Chi sembra “arroccato” su posizioni intransigenti e in qualche caso anche pretestuose (i compensi ci risultano liquidati a tutto agosto e il meccanismo delle spese di viaggio è cambiato, con i biglietti emessi direttamente dall’agenzia vincitrice del bando) in questo momento sembrano proprio i Giudici, che sono impegnati in una difesa a denti stretti di un sistema non funzionale e terribilmente costoso. In un momento in cui il settore è probabilmente a un bivio decisivo, più che semplici rivendicazioni servirebbero analisi e correttivi da apportare al sistema stesso. All’ippica servono “arbitri” di alto livello e vista la delicatezza del ruolo è auspicabile un sistema che valorizzi chi è più bravo e penalizzi chi invece non risponde a certi requisiti. Errori come quello evidenziato nella fotografia pubblicata qui sotto, relativa alla quarta corsa del 5 settembre a Sangiovanni (il cavallo che è entrato interamente nei paletti, stretto in partenza da quelli all’esterno, è stato classificato terzo nell’ordine d’arrivo come se nulla fosse accaduto), così come altri che continuiamo a evidenziare in base alle segnalazioni che ci giungono al giornale non possono passare sotto silenzio. E se un errore può capitare a tutti, diventa difficile giustificare chi sbaglia a ripetizione.