(red.) La Quarta sezione Penale della Corte di Cassazione ha annullato, senza rinvio, l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Frosinone che nell’aprile del 2003 aveva disposto il sequestro preventivo del centro Stanleybet di Supino, in provincia di Frosinone.
I giudici della Corte di Cassazione, in sintesi, hanno stabilito che “i regolamenti comunitari hanno effetto diretto nell’ordinamento italiano; il giudice italiano deve disapplicare la norma italiana contraria all’ Ordinamento Comunitario; i principi enunciati dalla Corte di Giustizia hanno valore di fonte del diritto e di ius Superveniens”.
Nella sentenza si riconosce la prevalenza del diritto comunitario su quello interno, con il totale superamento della negativa sentenza-chiave emanata dalle Sezioni Unite della Cassazione nel 2004 che “viene meno quando la norma da applicare sia stata successivamente abrogata, modificata o sostituita per effetto di “ius superveniens”... dovendosi fare applicazione... della sentenza del Giudice dichiarativa del diritto comunitario .... (Placanica) ... quale fonte di diritto successivo...”. In un comunicato emesso dalla società di Liverpool si afferma che "le ragioni che lo Stato italiano ha sempre usato contro l’attivita’ di Stanley sono in contrasto con gli artt. 43 e 49 del Trattato CE sulla liberta’ di stabilimento e di prestazione dei servizi transfrontalieri".
JOHN WHITTAKER (STANLEY): "ANDIAMO VERSO DEFINITIVA LEGITTIMAZIONE"
(red.) "Abbiamo sempre avuto – e dichiarato – piena fiducia nella giustizia italiana e comunitaria. Si rafforza la tendenza che sta portando la definitiva legittimazione dei CTD Stanley ai piu’ alti livelli dell’ordinamento giuridico italiano".
E' quanto ha dichiarato John Whittaker, Ceo di Stanley, in seguito alla sentenza della Corte di Cassazione che ha ordinato la riapertura di un centro collegato al bookmaker, precedentemente sottposto a sequestro preventivo.
"Continuiamo con rinnovato vigore la nostra battaglia per il ripristino della legalita’ nei vari settori: per liberare l'industria italiana dagli operatori ippici "storici" che operano in una condizione di sostanziale illegalità, per realizzare una autentica liberalizzazione del mercato dei giochi e delle scommesse con particolare riguardo alle situazioni di monopolio più evidenti quali il lotto, il superenalotto, le lotterie istantanee".
GINESTRA (ASSOSNAI): "SENTENZA CASSAZIONE SUPERATA DA EVOLUZIONE NORMATIVA"
(red.) "La sentenza non apporta alcuna novità ed è già superata dall'evoluzione normativa, in quanto tiene conto unicamente della normativa italiana vigente nel 2003, periodo cui i fatti di reato si riferiscono e rispetto al quale la sentenza Placanica ha censurato la condotta dello Stato italiano sulla restrizione ingiustificata nei confronti di alcuni operatori che vennero esclusi dai bandi del 1999 a causa della forma societaria rivestita, vizio sanato con i bandi di gara seguiti al decreto Bersani/Visco".
E' quanto dichiara Francesco Ginestra, Presidente di Assosnai, commentando la sentenza della Corte di Cassazione che ha ordinato la riapertura di un Centro collegato al bookmaker inglese Stanley.
Ginestra ha inoltre sottolineato come i principi contenuti nella sentenza Placanica "costituiscono 'diritto sopravvenuto' nella loro totalità, non solo parte di essi: per cui se i principi ricordati nella attuale sentenza sono validi, lo è anche l'indicazione del rimedio per rimuovere gli aspetti discriminatori verso gli operatori che non hanno potuto partecipare al bando del '99, cosa che è stata fatta dal Legislatore italiano".
Nessuna preoccupazione, dunque, secondo Ginestra, che ricorda come la sentenza sia stata emanata "a seguito
di un giudizio in fase cautelare e senza contraddittorio con AAMS e i Concessionari, perché non introduce elementi di difficoltà nell'attività di contrasto alla raccolta non autorizzata di scommesse. I principi contenuti nella sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione mantengono la propria validità interpretativa anche alla luce della sentenza Placanica. Guardiamo avanti con fiducia nell'operato della magistratura chiamata a fare rigorosa applicazione delle leggi italiane e dei principi affermati dal giudice comunitario".