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Le Voci del Trotto: L'ippica non si salva se si riparte dagli equivoci  
Autore: roberto
Pubblicato: 9/9/2008
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L’IPPICA NON SI SALVA SE SI RIPARTE DAGLI EQUIVOCI

        

Il fermento aumenta alimentato dal flop delle aste. Prevedibile, prevedibilissimo, ma non è detto che sia stato un male. Ora finalmente si capiranno parecchie cose.

Ad esempio che non si può pretendere di vendere un prodotto, e contemporaneamente andare contro i propri clienti.

Ad esempio che non si possono barattare le corse, unica fonte di guadagno per proprietari e guidatori, con un corrispettivo in denaro per ogni giornata cancellata.

Ad esempio che non si possono aprire le porte delle Agenzie ippiche alla concorrenza senza un’adeguata contropartita.

Ad esempio che il gioco sui cavalli deve essere semplificato per procurare nuovi scommettitori, permettendo tutti i tipi di giocate in tutti punti vendita, senza limitazione alcuna.

Ad esempio che è stupido pensare che basta aprire più punti vendita per aumentare il volume delle scommesse.

Purtroppo queste cose si sono capite quando la frittata è ormai in cottura avanzata. Chi lo ha detto a suo tempo non è stato ascoltato, anzi è passato per stupido.

Ora sta per accadere una cosa analoga. Si parla di una riforma che dovrebbe partire dalla “riduzione delle corse”. Cioè dall’unica fonte di guadagno!

Lo diciamo ora, come allora. E’ l’ennesimo equivoco, non si può ripartire tagliando l’unica fonte di entrate dell’ippica.

Diciamo ora come dicemmo allora che bisogna partire dalla riduzione delle spese. E mettere in bilancio, come voce primaria il montepremi e le corse, laddove rendono.

Tutto il resto è paccottiglia, utile magari a far campicchiare sia pure ancora per poco qualche sfruttatore, ma sicuramente a far morire l’ippica.

Dateci ancora dello stupido. Ma dire dopo “avevo ragione” non ci dà soddisfazione. Preferiremmo che chi può fare, rinsavisca e lo faccia con criterio…

 
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