GIORNI DI VOCI E DI BOZZE DI INIZIATIVE Nuovi calendari prime proteste
Sembrano giorni tranquilli, ma in realtà si tratta di una sorta di tregua armata. Sotto sotto il clima non è certamente idilliaco e il quadro complessivo appare decisamente confuso e soprattutto disaggregato, con voci che si accavallano e svariati tentativi di operare iniziative. Il primo “rumour” risale alla fine della scorsa settimana e proponeva la possibilità di un commissariamento immediato delI’Jfih1 che sarebbe stato deliberato dal Consiglio dei Ministri, Ipotesi che non ha trovato conferma, ma che rimane comunque in piedi vista la ferma volontà di intervenire sul vertice dell’Ente da parte del Ministro Zaia. Vertice dell’Ente che continua il suo lavoro e si appresta comunque al primo CdA di settembre, programmato per la prossima settimana. Ieri invece aveva cominciato a circolare la voce di un possibile boicottaggio delle Aste del trotto da parte del gruppo di driver che sta cavalcando la protesta. Voce però che non sembra poter portare a una protesta che diventerebbe owiamente clamorosa. Anche questa ipotesi al momento non ha trovato conferme, ma l’attività delle Categorie prosegue e una parte degli operatori si è riunita ieri a Tor di Valle per analizzare la situazione, soprattutto alla luce delle “novità” relative al calendario di questi ultimi quattro mesi, quello ristrutturato in base alle proposte delle Società elaborate dopo la comunicazione del montepremi disponibile a seguito del taglio dell’11,3% del bilancio. Il quadro in questo caso appare ancora abbastanza confuso e il motivo principale della protesta delle Categorie riunite ieri a Roma è la mancata rispondenza di alcuni programmi di singoli ippodromi a quanto stabilito nell’accordo di metà agosto. In pratica alcuni ippodromi avrebbero deciso di non rinunciare ad alcuna giornata e di spalmare quindi il taglio sul montepremi, con il risultato di avere dotazioni risibili ma di mantenere inalterato il numero delle corse da disputare sulla piazza. Una scelta evidentemente dettata da interessi personali (la salvaguardia della remunerazione che spetta all’ippodromo) che va oltretutto contro le logiche che sembrano ispirare il piano (per ora misterioso) del Ministro. E forse la ragione di questo atteggiamento sta proprio nel non voler rischiare oggi di perdere qualcosa, in modo da mantenere una posizione di privilegio da cui partire in futuro. La protesta delle Categorie è stata evidenziata in un comunicato nel quale i firmatari chiedono all’Unire di programmare un incontro con gli ippodromi entro giovedì per ristabilire quanto sottoscritto ad agosto, minacciando di dar corso alle agitazioni che il “Comitato” costituito ieri indicherà. E riguardo al Comitato i partecipanti hanno allo studio una serie di iniziative per trovare le risorse economiche necessarie per sensibilizzare l’opinione pubblica. Intanto l’Unire ha pubblicato sul suo sito la bozza del calendario degli ultimi quattro mesi dell’anno che, in attesa delle ultime osservazioni (o proposte), è la traccia di lavoro per capire cosa succederà da qui al 31 dicembre. Scorrendo la lista si scopre che il taglio delle giornate in qualche caso è evidente e in altri invece la programmazione sembra confermare le proteste delle Categorie. Il caso più evidente di riduzione è quello di Pisa che ha in programma solo tre giornate rispetto alle undici previste. L’anomalia è che le stesse sono state posizionate una in ottobre, una in novembre e una in dicembre e la motivazione di questa scelta è la necessità di ottemperare a quanto previsto dalla (folle) convenzione attuale che prevede un minimo di mesi di attività per non essere considerati “stagionali” e quindi con corrispettivi decisamente inferiori. Tagli di giornate abbastanza evidenti anche per quanto riguarda Milano (trotto e galoppo), Montecatini, Roma galoppo, Torino e diversi altri, mentre in qualche caso (Aversa, Castelluccio e Taranto, ma anche Merano, del quale parliamo in altra sede, e Grosseto) il calo non appare a prima vista, anche se la mancanza di un confronto attendibile rende difficile la quantificazione. In ogni caso il totale delle giornate in programma (e con una corsa in meno ciascuna) si attesta intorno alle 200 per mese matinée comprese, che proiettato su base annua porterebbe a un totale di circa l8mila corse in dodici mesi. Non si tratta di un punto d’arrivo ma di una buona base di partenza per scendere verso quella quota 15/l6mila che può essere considerata la normalità dopo le esplosizioni che hanno portato il sistema a proporre 22123mila corse. Allo schema, forzatamente legato al calendario “pre-tagli”, manca ancora una omogeneizzazione che porti a spalmare meglio i convegni nei vari giorni e su base geografica. Ovvero quello che dovrebbe essere il lavoro in prospettiva 2009. MT
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