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    | Agipro: Bando agenzie storiche, Ughi: "gara non conforme a legge italiana e norme comunitarie"   | 
   
  
    
      
        
          Autore:  roberto Pubblicato: 29/8/2008 Letto 619 volte  Dimensioni 2.17 KB | 
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    Agipronews: Pubblicato il 28 agosto 2008 ore 12:45 
  BANDO AGENZIE STORICHE, UGHI (PRES. SNAI SPA): “GARA NON CONFORME A LEGGE ITALIANA E NORME COMUNITARIE”      (red.) “Auspichiamo che ci sia un rapido intervento di revisione del bando che, così com’è uscito nella Gazzetta dell’Unione Europea, non è in linea con la legge italiana e neanche con le norme comunitarie”. A margine della presentazione del nuovo showroom di Snai a Porcari, il presidente della società, Maurizio Ughi, ha bocciato decisamente i contenuti del bando Aams per la rassegnazione delle 329 agenzie ippiche storiche. “Una rivisitazione profonda è necessaria per evitare che, nel giro di due anni, si proceda a nuove revoche, magari su iniziativa di operatori esteri o della stessa Commissione Europea. L’inversione di tendenza è stata incomprensibile, ora assisteremo a ricorsi e problemi di ogni tipo, anche organizzativi, senza che si raggiunga l’obiettivo di risistemare la questione delle agenzie ippiche storiche. C’è tanta confusione in Aams, l’impressione è che abbiano fatto qualcosa di molto frettoloso solo per stare nei termini imposti dall’Europa. In ogni caso, credo siano maturi i tempi per ripensare il mercato, un po’ come sul modello spagnolo: lì, chi ha i requisiti apre i punti vendita e le autorità hanno deciso di partire dall’offerta e non, come in Italia, dal territorio. La realtà è che le gare in Italia sono sempre state sbagliate.  E’ vero che qualche anno fa, quando eravamo 600 concessionari in tutto, sostenevamo cose diverse ma il mondo è cambiato, siamo diventati 10-12 mila e dobbiamo tenerne conto”. Ughi ha poi evidenziato che l’apertura dei nuovi punti Snai procede a ritmo spedito: “Siamo in linea per quanto concerne negozi e corner sportivi e con le agenzie ippiche. Restano invece ancora da attivare 1500 corner ippici, ma il problema in questo caso è più profondo: con l’ippica in questo stato di crisi, si tratta di esercizi non interessanti per gli imprenditori del settore”.    | 
   
 
	
	
	
 
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