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Lo Sportsman: E adesso siamo alla guerra fra poveri (27.8.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 28/8/2008
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E adesso siamo alla guerra fra poveri

...e adesso sìamo alla guerra tra poveri. Non viene in mente altro, dopo aver assistito a quanto accaduto sabato sera a Tor di Valle. Cronaca di un tardo pomeriggio molto movimentato che poteva sfociare nell’ennesimo annullamento di un convegno di corse, alla faccia del pubblico presente, non tanto, ma più del solito, e che si è risolto con un non meno grave ritardo di 45 minuti sull’inizio delle corse, tra cui la Tris delle 19.30 e un’altra prova di Ippica Nazionale.
Già in mattinata si erano avute awisaglie di quella che sarebbe stata una giornata particolare. All’ufficio tecnico di Tor di Valle erano arrivati i ritiri in massa di tutti i cavalli campani che avrebbero dovuto partecipare al convegno. La Tris delle 19.30 si è così trovata ad avere 13 partenti anziché i previsti 20. Poi la notizia che un pullman di guidatori e allenatori campani era partito alla volta dell’ippodromo romano per dar luogo a una manifestazione di protesta, per la quale non era stata comunque richiesta autorizzazione.
Ippodromi e Città chiedeva l’ausilio delle forze dell’ordine e sulla Via del Mare arrivavano alcune volanti e un pulmino della polizia; contemporaneamente il pullman dei manifestanti veniva bloccato al casello; dopo una trattativa abbastanza serrata, veniva consentito a una delegazione, comprendenti Salvatore Minopoli, Salvatore Dell’Annunziata e Antonio Luongo di raggiungere l’ippodromo per parlare con le categorie romane cui veniva chiesto, in segno di solidarietà, di bloccare il convegno di corse. Dopo un lungo parlamentare a toni tutt’altro che dimessi sul piazzale antistante le scuderie, i guidatori capitolini - come era gia accaduto alcuni giorni or sono - decidevano di votare democraticamente sul da farsi, Il risultato era che circa il 60% manifestava comunque la volontà di correre e quindi le operazioni avevano inizio. Ovvio Io scontento della delegazione campana che lasciava l’ippodromo non senza adombrare possibili ritorsioni nei confronti dei colleghi, che potrebbero già essere poste in atto oggi all’atto della dichiarazione dei partenti delle corse di giovedì per le quali potrebbe verificarsi un’invasione massiccia di cavalli provenienti dalla Campania. Intanto anche per il convegno di domenica a Roma si è registrato il massiccio ritiro dei cavalli campani.
Guerra tra poveri, dicevamo, perché ancora una volta invece di fare fronte comunque contro un qualsivoglia interlocutore, peraltro difficile da trovare in questi giorni, le categorie ippiche, indiscutibilmente in gravi difficoltà stante la situazione attuale, si trovano di nuovo divise in mille correnti impegnate a fronteggiarsi l’un l’altra.
Addirittura diversa la natura della protesta. I “romani”, che già martedì scorso avevano posticipato di trenta minuti l’inizio delle corse, lamentano il mancato pagamento dei premi nei tempi previsti (20 agosto) dal momento che l’Unire, a secco, avrebbe posticipato il tutto di circa un mese: circostanza che a chi deve fare i conti con le scadenze non può certamente essere comunicata nell’imminenza delle stesse, I campani avrebbero voluto cavalcare questa protesta per ribadire la loro volontà di non riconoscere l’accordo intercategoriale del 13 agosto e proseguire nell’azione che aveva portato già all’annullamento del convegno di corse di venerdì scorso a Pontecagnano e indotto la famiglia D’Angelo a porre fine anzi tempo alla stagione del Garigliano.
Azioni però senza una regia, un disegno organizzato, che rischiano di avere tutt’altra efficacia rispetto a quella desiderata. LUM

 
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