LA TALPA Che brutta storia! Nella vicenda drammatica dei guidatori ed allenatori campani che lottano per la sopravvivenza anche per i colleghi di tutt’Italia che sembrano addormentati, si inserisce uno squallido episodio di schifoso servilismo di un paio di appartenenti (indegnamente) alla categoria. Questi i fatti. Alcuni Ippodromi non tengono in nessun conto l’accordo di Roma in sede UNIRE che prevedeva il ritorno alle corse con il ripristino, dal 15 Agosto al 30 Settembre, del montepremi senza tagli. Gli allenatori, mantenendo la parola data, fanno la loro bella dichiarazione dei partenti, e vanno a correre. Sorpresa! Gli ippodromi hanno arbitrariamente abbassato i premi venendo meno agli accordi sottoscritti. Conseguenza logica, parecchi ritirano i cavalli già partenti, e la quasi totalità non dà i partenti per le giornate successive. A Tor di Valle i guidatori romani ritengono di correre la riunione di sabato, anche senza la partecipazione dei napoletani che hanno ritirato i loro cavalli. Liberi di farlo, ognuno pensa con la propria testa. I guidatori napoletani decidono comunque di recarsi sabato a Tor di Valle, un paio di ore prima dell’inizio della riunione, per discutere con i colleghi romani e cercare di convincerli ad appoggiare la loro protesta. Fittano un pullman, e si apprestano civilmente al confronto. Non sono mascherati né armati, non portano spranghe di ferro, non hanno nessuna intenzione di interrompere il convegno con la forza, anche perchè memori della denunzia rimediata a Firenze da parte proprio di un guidatore che avrebbe dovuto rappresentarli (!). Ma non hanno fatto i conti con il servilismo di un paio di loro colleghi che da Napoli, appena il pullman ha varcato il cancello dell’Ippodromo, hanno chiamato Papalia azionista e praticamente deus ex machina di Tor di Valle, e Baldi, presidente di una delle due Assoguidatori. Risultato: all’uscita di Roma Sud pattuglie della Polizia, allertate dalla direzione di Tor di Valle, fermano il pullman napoletano e ne impediscono l’arrivo a Tor di Valle per l’incontro con i colleghi romani. Evidentemente chi ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine ha dovuto descrivere i guidatori napoletani come delinquenti o camorristi, laddove si tratta di lavoratori che difendono le loro famiglie dalla miseria a cui le condannano questi noti sfruttatori che nulla hanno a che fare con l’ippica, che è sport nobile finito nelle mani di servitorelli parassiti e spie che vivono vendendo i loro colleghi. Noi speriamo che questo paio di individui autori della vergognosa bravata vengano presto individuati (non dovrebbe essere difficile...) e messi al bando anche dalle riunioni alle quali, del resto, hanno sempre partecipato per riferire ai loro veri datori di lavoro che li mantengono per fare le spie. Che squallore, che vergogna! |