ALCHIMIA FINANZIARIA
Un punto in più in prestito

GIUSEPPE TATARELLA
Allora, proviamo a fare un ragionamento: più volte si è detto che la tassazione sulle scommesse ippiche è iniqua. Un rimedio si dovrà pur trovare, perché se si continua a tassare Il gioco sulle slot (pura fortuna e nessun indotto) il 12% circa, mentre le scommesse ippiche sappiamo a quale tipo di differenziate gabel le sono sottoposte - comunque il doppio circa rispetto a quel 12% - si finirà per scoraggiarne l’accesso. E gli effetti li conosciamo, perché l’ippica ha un indotto agricolo che ben ha evidenziato Bruno Grizzetti nell’ultImo arinuncio su questo giornale. Forse il percorso per porre i rimedi a queste iniquità è lungo: bisogna trovare una scorciatola, che consenta all’ippica di soprawivere e di riprogrammare il proprio futuro liberandosi dalle demagoqie felliniane che l’hanno pervasa negli ultimi 15 anni; allo Stato di non perdere, anzi di guadagnare in prospettiva e ai giocatori di non sentirsi defraudati. Quale rimedio? Proviamo a girare una proposta ai Ministri Zaia e Tremonti: le slot hanno provocato un movimento di circa 19 miliardi di euro nel 2007 ed è prevista una chiusura 2008 a circa 21 miliardi. L’aumento della tassazione dal 12 al 13% (circa 200 milioni di introito), con l’uno per cento in più devoluto per metà allo Stato e per metà all’ippica come “prestito ponte” che te consenta di uscire dalle secche e riprogrammarsi sarebbe ad un tempo ininfluente sul gioco delle slot, un buon investimento per lo Stato e la fine di tutte le diatribe: sì, la fine, perché senza un programma affidato a persone consapevoli (ce n’è, ce n’è), lo Stato avrebbe a questo punto tutte le ragioni per passare ad altro. Questa potrebbe essere una semplice aichimia finanziaria. Difficilmente non condivisibile.