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Lo Sportsman: Non è difficile. Ma se si aspetta... (5.8.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 13/8/2008
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EVOLUZIONI DI SISTEMA

Non è difficile. Ma se si aspetta...
GIUSEPPE TATARELLA
Tanto per prenderla larga: se i commissari delfExpo non avessero limitato le loro ispezioni solo al ‘prima, ma si avventurassero anche dopo l’assegnazione sulle pagine dei giornali rtaliani, rimarrebbero sconcertat e probabilmente ripenserebbero: litigi, spartizioni, assegnazioni insomma, il naufragante teatrino politico italiano al quale, se proprio non ad altro, avremmo fatto volentieri a meno grazie a una così potente maggioranza. Macchè. Questa Unire un record già lo ha intascato: è con questa amministrazione che si attua il maggior abbattimento del montepremi della storia: 23% sul periodo dell’anno rimanente (che parametrato su tutto il 2008 farebbe “solo” l’i 1%, ma insornm&. E un altro record, per molti aspetti più preoccupante del primo è che prowedimenti così severi vengono attuati senza che con il responsabile del dicastero vigilante, Luca Zaia, ci sia stato alcun incontro, confronto, scambio di battute: pare neppure una barzelletta, anche se non sarebbe il caso. Insomma il Governo, in queste due occasioni I Expo (ma ci cale di meno) e l’ippica, ha fatto la sua bella apparizione.
Viene in mente quell’amico che non manca ancora di tuonare ‘l’ippica agh ippici’, battuta di fronte alla quale mi è sempre venuto da sorridere pensando che allora doveva essere assegnata la pesca agli ittici e l’export agli esportatori, senza alcun “filtro” politico, No, in realtà ho sempre pensato che la politica dovesse entrare nell economia, per aiutarne la partenza, mitigare effetti negativi, compensare settori diversi. In altre parole, occuparsi degli effetti “sociali”. Invece, come ci disse in altre occasioni l’ex ministro De Castro, il nostro è un liberismo “latino”, insinuante. Che già queste infiltrazioni, eufemismo per dire “si fa quello che vogliamo noi”, in una democrazia liberale fanno pensare un p0’, se poi si pensa che gli interventi sono caratterizzati da iniquità, come le diverse tassazioni per consumi di prodotti o servizi simili (scommesse sportive e scommesse ippiche); se si assiste a mancate realizzazioni di programmi (i sette punti elencati da Luigi Migliaccio nel numero di sabato di questo giornale e totalmente disattesi) allora il pensiero si fa cocente e ci si chiede: è fatto tutto apposta, esiste un disegno per far sparire un settore dal panorama spartivo italiano, oppure è tutto frutto di disattenzioni, mancate occasioni d’incontro, dialettiche sfrangiate come quelle tra le innumerevoli associazioni bellicose, barzellette non raccontate?
Il fatto è che se un settore (che può piacere o meno) viene fatto naufragare, e le scelte sbagliate non possono che portare a questo risultato, non c’è più rimedio, chiude, anche con tutto il buono che esso porta con sé. È vero che negli ultimi 15/20 anni si è attuata una politica stolta, velleitaria, secondo la quale bastava avere un cavallo per partecipare a qualche elargizione. A questi fatti, che definire ‘politici” è stupido perché si tratta solo si telliniane interpretazioni di una impossibile demagogia, come al solito utile solo ai suoi inventori si sarebbe dovuto dire di no subito, si sarebbero evitate tante distorsioni del sistema, non saremmo a questo punto. Cosa fatta... Senza pensare di ritornare al Circolo della Caccia, che con quello non campa nessuno, ma un concorso con una tassazione “umana” lo vogliamo attuare a no? Una scommessa nazionale con diverse graduatorie di vincita per farla dobbiamo chiamare il Primo Ministro o ce la facciamo da soli? Eddai, allora, che non è difficile. Solo che se si aspetta un altro po’, ciao core... (ciao Pepp, nel Nord).

 
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