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Lo Sportsman: Unagt per lo sciopero (2.8.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 13/8/2008
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Unagt per lo sciopero
Anac lotta per i prelievi

A fronte di un vero piano di rilancio, già condivisio con il Ministero e con Aams, avremmo anche potuto soffrire per questi cinque mesi. Ma la riduzione del montepremi senza una prospettiva ci costringe a smettere. E così quando inizieranno i tagli, verso il 16 di agosto, l'intenzione è quella di fermarci» dice con amarezza Enrico Dall’Olio, Presidente dell’Unagt che si prepara ad affrontare un’altra battaglia.
L'obiettivo di Dall’Olio è oltre l’Unire, è il sistema che on consente all’ippica di sopravvivere. «Se non ci sono prospettive per il rilancio tanto vale smettere, per salvaguardare almeno la dignità di chi lavora. Qui ormai non ci sono più soldi, la catena dei pagamenti si è fermata e molti non arrivano a fine mese. Ho incontrato più volte il Consiglio dell’Unire e so che si tratta di brave persone, che cercano di fare il loro lavoro. Ma non è possibile che non vi siano rapporti con il Ministro con Aams, che non ci sia in discussione sul tavolo il progetto di rilancio. Che non si parli di quella indispensabile riduzione dei prelievi e di tutte quelle azioni che davvero possono portare a un’inversione di tendenza. Allora la decisione diventa obbligata per mancanza di prospettive. Perché, ripeto, il problema non è trovare un altro rattoppo per salvare i prossimi mesi, ma arrivare al bilaricio preventivo del 2009 con qualcosa che ci permetta di ritornare a crescere. Oggi come oggi dovremmo ingoiare il taglio senza avere alcuna idea di quello che sarà il prossimo anno. Anzi con la quasi certezza che si debba calare ancora», MT

Un sacrificio accettabile
ma solo a fronte di un progetto

Dall’Olio è amaro e realista e guarda indietro per guardare avanti. «Sono stati dieci anni di errori, di problemi evitati. Oggi l’unica carta è cambiare faccia al settore, riequilibrare le remunerazioni e pretendere che chi viene premiato lo sia per meriti. Parlo degli ippodromi, degli allevatori e anche di tutti noi proprietari e guidatori, ma anche di coloro che guadagnano con l’ippica e che non hanno mai manifestato l’intenzione dì rinunciare a qualcosa per rilanciare il settore. Oggi il CdA ha avuto il coraggio di fare chiarezza secondo le sue convinzioni. Lo ha fatto guardando solo ai conti da far quadrare, ma manca una conoscenza ippica profonda, che li aiuti a prendere le decisioni più importanti». Anche Isabella Bezzera, presidente degli allevatori del galoppo, guarda alla battaglia da intraprendere. «Che deve assolutamente essere quella dei prelievi, della ristruttunazione di quarté e quinté, dei due campi e della V7. Una battaglia che deve essere dura, decisa e unitaria. C’è da portare a casa assolutamente un risultato, perché solo da questo, e dalle ristrutturazione interne relative alla programmazione e agli ippodromi (con una convenzione finalmente diversa), può partire un programma di rilancio. Su questo bisogna essere più che determinati, a costo di dire che in mancanza di provvedimenti urgenti nella direzione giusta ci si ferma iniziando la smobilitazione, chiudendo in pratica tutto. Per questo bisogna affrontare la Politica, spiegare tuttti i vantaggi per il settore e per lo Stato stesso, derivanti dall’adottare quelle misure che ormai tutti consideriamo indispensabili. Questo deve essere il bersaglio di tutti ogni altra battaglia è seconidaria e serve solo per qualche interesse personale».
Anche Sandro Viani, presidente degli allevatori del trotto, ha commentato i provvedimenti decisi dall'Unire «La riduzione del montepremi è un disastro annunciato da tempo per tutta l'ippica e per noi allevatori in particolare. Per noi che costituiamo il primo passaggio della filiera dell’ippica è un colpo molto duro, che sommato al provvedimento che ha portato l'lva sulla compravendita dei cavalli al 20%, ci mette in ulteriore difficoltà. Lotteremo per invertire questa tendenza che è in primo luogo figlia della mala gestione dell’Ente».

 
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