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Le Voci del Trotto: Un'avvilente impotenza (2.8.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 2/8/2008
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UN’ AVVILENTE IMPOTENZA

(Gianni Castelluccio) La conferenza stampa trasmessa in settimana su Skay ha evidenziato, in tutta la sua drammaticità, l’impotenza assoluta dell’UNIRE nei confronti delle Amministrazioni dello Stato che reggono i giochi e le scommesse. Tutto questo nonostante l’impegno dei singoli, a partire dal generale Cecchi agli altri membri del C.d.A., che purtroppo nella circostanza fanno la figura di moderni don Cisciotte alle prese con i mulini a vento. L’assoluzione agli attuali membri dell’UNIRE non deve però farci dimenticare che se siamo arrivati a tanto, lo si deve esclusivamente ai loro predecessori, che, speriamo senza interessi personali, hanno agito nel senso di favorire chi dall’ippica ha sempre e solo succhiato, fino a portare la mucca all’attuale sterilità. La politica ha favorito i maneggioni, e ci ritroviamo ora senza risorse, e, quel che più preoccupa, senza i necessari strumenti per cambiare il trend negativo. Ora si dovrebbe cercare di recuperare il maltolto ad alcune componenti dell’ippica, per portare un po’ d’acqua al settore che produce. Ma l’ostinazione di chi è abituato ad attaccarsi come una sanguisuga a quanto ha conquistato furbescamente, unitamente alle barriere sapientemente organizzate, impediscono ogni programma di recupero e vanificano la buona volontà del governo ippico attuale. Allora non restano che due sole strade.

La prima, che pensiamo si debba doverosamente cercare di percorrere, è quella di riappropriarsi dei minimi garantiti provenienti dai corner e dalle gare per le agenzie storiche. Poiché quelli famosi persi dall’UNIRE a suo tempo sono venuti meno nei bilanci, e solo il montepremi ne ha sofferto, questi nuovi, pagati in anticipo, dovrebbero servire allo stesso scopo. L’UNIRE ha il dovere di chiederli, e basterebbe solo l’ottenimento di queste somme per tirare avanti senza sacrificare ulteriormente il montepremi, fino alla definizione di nuovi criteri di ripartizione delle entrate (che provengono, lo ribadiamo, solo dalle corse, anche se qualcuno finge di ignorarlo). Una strada che l’UNIRE deve dire a chiare note se è disposta a praticare con tutte le forze a disposizione, d’accordo con le categorie che dovrebbero appoggiarla.

Se malauguratamente dovesse fallire questo legittimo obbiettivo, non resterebbe che lo sciopero: rotto per rotto, con nessuna prospettiva, visto che si è arrivati alla fame ed ai debiti, tanto vale coinvolgere tutti nel fallimento. Muoia Sansone con tutti i Filistei: se si deve correre solo per gli altri, tanto vale fermarsi. Speriamo di non dover arrivare a tanto…

 
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