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Lo Sportsman: Halling Joy assolto Merano 2007 assegnato (30.07.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 30/7/2008
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ALESSANDRA SCHILEO SPIEGA LE MOTIVAZIONI DELLA DECISIONE DIELL’UNIRE
Halling Joy assolto
Merano 2007 assegnato

MARCO TRENTINI
Il vincitore del Merano 2007 è Halling Joy. Oltre averlo sancito la pista, lo ha ribadito anche la giustizia sportiva dell'Unire, che con un provvedimento in data 11 luglio ha archiviato il caso di positività dell’allievo di Paolo Favero alla difillina. Dopo le indiscrezioni di un paio di settimane fa, la conferma ufficiale e arrivata venerdì scorso, quando l'avvocato Alessandra Schileo, rappresentante del trainer meranese, ha ricevuto la sentenza, «E stata una vicenda lunga e complessa, che si è sviluppata su binari diversi. Abbiamo lottato fino in fondo per far valere le nostre ragioni e alla fine ci hanno dato ragione racconta la Schileo, che illustra poi tutta la vicenda passo dopo passo, spiegando qual è stata la linea di difesa, in questo caso vincente.
ll primo fronte sul quale mi sono impegnata e stato quello della legittimità dell’intero procedimento. Le seconde analisi effettuate sul campione di Halling Joy dopo la positività alle prime sono state compiute il 3 dicembre 2007 in presenza della proprietaria ma in assenza del signor Favero, che ha avuto comunicazione ufficiale dell’evento doping solo a circa metà dicembre, quando la notizia e apparsa sui giornali. In pratica Favero ha saputo del fatto solo a giochi fatti. E questo secondo noi poneva un forte dubbio sulla legittimità del procedimento. Tutto ciò è accaduto in quanto Favero a inizio novembre ha cambiato la residenza legale della scuderia, comunicandolo tempestivamente all'Unire Area Galoppo come previsto dall’art. 3 del Regolamento. Evidentemente per un disguido ‘interno’ il cambio di sede, ricevuto e regolarmente protocollato ad inizio novembre, non è stato trasmesso agli uffici e quindi la comunicazione della non negatività e stata spedita al vecchio indirizzo. Cosa che poi e andata avanti per mesi, visto che fino a primavera inoltrata l’Unire ha inviato tutte le comunicazioni al vecchio indirizzo. Così nessuno poteva sapere quello che stava accadendo. Nell'udienza del 26 maggio 2008 presso la Procura della Disciplina ho sollevato quindi un’eccezione di legittimità, della quale ha preso subito atto il dott. Muscatello, numero uno della Procura, in quanto cosi si era violato l'art. 10 del Regolamento delle sostanze proibite. Si trattava di un’eccezione ‘assorbente”, ovvero per spiegarlo in termini civili che se accolta avrebbe ‘inglobato’ tutto ciò che c’è di successivo».
Un'eccezione formale, ovviamente, che riporta alla memoria i giorni in cui la notizia era diventata di dominio pubblico dopo la pubblicazione del nome di Halling Joy nella lista comparsa sul sito di Unire Lab. Giorni in cui le dichiarazioni di Paolo Favero erano proprio improntate alla mancata conoscenza di quello che stava accadendo, anche se ovviamente in termini ‘pratici’ e non “giuridici” (che però sono gli unici che contano in questi casi) risulta difficile comprendere come sia possibile che delle contronalisi fosse informata la proprietaria Ludovica Albertoni e non l'allenatore Paolo Favero... Inoltre la mancata trasmissione del cambiamento di sede legale all'interno dell’Unire è solo l’ennesima bruttissima figura dell’organizzazione dell’Ente e non sarebbe affatto uno scandalo se per questo venisse effettuata un'indagine interna per capire come possano capitare certi disguidi.
L'eccezione di legittimità non è stato comunque l’unica difesa di Halling Joy, perché l’avvocato Schileo ha puntato parecchio anche sulla consistenza stessa della positività alla difillina. «Assolutamente. Puntare solo sull’eccezione di legittimità non sarebbe stato giusto, anche perché ci sono tantissimi elementi per dimostrare che il presunto doping di Halling Joy in realtà non era certo determinante per modificare le prestazioni del cavallo e quindi non avrebbe dovuto comunque essere punibile. Per prima cosa ho scoperto che, ad esempio, la Fei (anche la FISE CONI, ‘all. M’ del Regolamento, e non dimentichiamo, importantissima, la VINADA World Anti Doping Agency, come dili poi) aveva tolto la difillina dalla lista della sostanze proibite e a quel punto, si era a inizio giugno, era stato posto un quesito alla Commissione Scientifica, che però era ancora nel periodo di ‘transizone con la vecchia decaduta e la nuova ancora in fase di insediamento. Per questo ho effettuato uno studio a 360’ sulla difìllina e sulla valenza di questa sostanza nell'alterare (e prestazioni di un cavallo presentato nella nuova convocazione davanti alla giustizia sportiva del 3 luglio. La difillina, che è una sintetizzazione della teofillina con effetti meno marcati, fa parte dello stesso gruppo di sostanze chiamate xantine e metilxantine, del quale fanno parte anche caffeina e teobromina. Sostanze che un decreto del 24 gennaio 2007 emanato dal Ministero della Salute e ribadita a inizio 2008 toglie dalla lista delle sostanze proibite integrante. E un tipico caso di norma in bianco, che non puo prescindere dall’intervento di revisione periodica del Ministero della Salute, che stabilisce quali e quante sono le sostanze il cui uso e considerato doping nel quadro normativo generale). La legge 376 del 2000, quella sul doping. Legge che ingloba anche l’Unire fra gli Enti pubblici tenuti ad adeguarsi ai dettami della legge e quindi a irrogare le sanzioni disciplinari solo sui farmaci contenuti nella lista, quelli che del resto sono stabiliti dall’ordinamento internazionale vigente. Ritornando alla Fei, la caffeina, e quindi a maggior ragione le collegate teofillina e teobromina, dal novembre 2006 sono state inserite in una ‘lista di monitoraggio’. Se non bastasse anche la Wada, l'agenzia mondiale dell’antidoping, sia nel 2007 che nel 2008 ha escluso le xantine dalla lista. Si potrebbe eccepire che in questo caso stiamo parlando di leggi che riguardano gli uomini, ma prima di tutto esse devono valere anche per i cavalli, come previsto dalla 376/2000, e poi se valori minimi di queste sostanze sono considerati ininfluenti per un uomo, come possono esserlo per un animale di 600 chili? Come si puo facilmente capire in tutti i settori dello sport un doping minimale alla difillina sarebbe stato immediatamente considerato come non doping. E mi chiedo perché UnireLab non effettui anche un’analisi quantitativa dei campioni, che seppur molto più costosa, sarebbe sostanzialmente utile per tutti, per risparmiare tempo e denaro pubblico in procedimenti giudiziari. Doverosamente e per completezza difensiva preciso, infine, che a posizione dell’allenatore non è da ritenersi completamente definita, essendoci al vaglio iniziative di carattere legale sull esito delle quali eventualmente si tratterà in seguito.

 
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