Banca Dati / Numeri
Banca dati prestazioni
 
Accedi
Nome utente:
Password:
Password dimenticata?
Non ancora registrato?
 
Le Voci del Trotto: Per andare avanti bisogna fare marcia ....indietro (26.7.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 26/7/2008
Letto 545 volte
Dimensioni 10.86 KB
Versione stampabile Segnala ad un amico
 

PER ANDARE AVANTI BISOGNA FARE MARCIA… INDIETRO

        

Solo per elencare le ragioni della crisi quasi irreversibile dell’ippica occorrerebbe un librone di migliaia di pagine. Sintetizziamo.

Abbiamo scovato un comunicato dell’UNAGT risalente al 2004 che documenta ed annuncia l’evolversi negativo del nostro comparto. Gia allora ci lamentavamo di un montepremi che nel 2003 era di 251.996.293 contro i 259.696.293 dell’anno precedente, e chiedevamo invano almeno l’invarianza per gli anni successivi. Non solo. Ma indicavamo le linee programmatiche da seguire per  rilancio, paventando un ulteriore calo se l’UNIRE avesse continuato in una politica che definivamo “suicida”:

Purtroppo non fummo ascoltati, ed il risultato, a distanza di quattro anni è sotto gli occhi di tutti. Se dai fatti si vuole ricavare un’esperienza, dobbiamo tener conto di ciò.

Oggi siamo nella condizione che, con una inflazione che supera l’8% annuo abbiamo, anzicchè un aumento pari a tale percentuale per quattro anni, e quindi un montepremi di 402.000 €. circa, un calo addirittura del 13%. Un assurdo non più tollerabile, che deriva dal fatto che l’UNIRE ha scaricato solo sul montepremi IL CALO DEL GIOCO. Peggio ancora: mantenendo inalterate (ed in qualche caso aumentandole) tutte le altre spese, addirittura s’è permesso il lusso di abbonare crediti per milioni di euro, riuscendo a perdere cause importanti per non aver adempiuto ad una serie di impegni contrattuali. Non si poteva fare di peggio, e le voci e gli allarmi delle categorie (che producono le entrate) sono rimaste inascoltate.

Questi i fatti e la cause.

Bisogna fare marcia indietro, rifondare l’ippica dalle fondamenta.

1)      Lo sforzo maggiore va indirizzato nel cercare di recuperare gioco, linfa unica per sopravvivere. Allora bisogna rendere la scommessa ippica più facile possibile, prendendo esempio dal Lotto e dai Gratta e vinci, il cui segreto è proprio la semplicità.  Ridurre, anziché aumentare, i tipi di scommesse, dando la possibilità di giocarle dappertutto: Agenzie, Ippodromi, Corner e quanto altro. Solo così il pubblico nuovo potrà avere la possibilità di avvicinarsi alla giocata ippica, senza sentirsi respingere dalle attuali regole che vogliono certe giocate possibili solo in determinate ricevitorie. Attualmente anche lo scommettitore ippico ha difficoltà, figuriamoci eventuali neofiti!

Proposta: ritornare ai vecchi Vincenti, Piazzati ed Accoppiata su tutte le corse, giocabili ovunque vi sia un botteghino per l’ippica. Riqualificare le Tris, tornando ad un massimo di due alla settimana, in modo da poterle comodamente congegnarle con buoni cavalli e con handicap incerti, affinché le quote siano appetibili, e pubblicizzarne le vincite. E su questa particolare corsa giocare solo e solamente la Tris, affinché tutte i soldi convergano su un solo tipo di giocata per lievitarne le quote.

Una sola volta alla settimana programmare un handicap di grande qualità, incerto, con cavalli provenienti da molte piazze, sui quali giocare esclusivamente Quarté e Quintè, con eventuali riporti se non vi saranno vincitori.

Tornare ai vecchi multipli, che dovevano il successo alla possibilità di vincere molto impiegando pochi soldi. La giocata per i meno abbienti, che comunque arricchiva le vecchie Sale Corse…

2)              Ridurre al necessario il castello dell’organizzazione, che attualmente è efficace, nella migliore delle ipotesi, solo al 10 – 15%. Una riduzione delle spese di gestione consentirebbe oltre ad una più dignitosa sopravvivenza degli addetti ai lavori (che producono le entrate) di rimpinguare il montepremi in maniera da invogliare nuovi proprietari ad entrare nel mondo dell’ippica, che comunque, se ben presentato, e sempre fascinoso.

3)               Riqualificare alle origini il prodotto ippico, riducendo progressivamente le nascite. Gli allevatori, così facendo, potranno ricavare dalla maggiore qualità e dal numero limitato, un maggior profitto vendendo i puledri. Attualmente gran parte della produzione resta sullo stomaco degli stessi, viene regalata, o venduta a costo zero accontentandosi della prova di qualifica o soltanto della percentuiale per chi vince o si piazza, intasando inverosimilmente le corse a scapito del gioco. Inoltre non sarebbe male “qualificare” come allevatore chi ha veramente un allevamento dove i puledri vengono fatti nascere e crescere come Dio comanda…

4)               Trattare gli intermediari come nel resto del mondo, dando loro la possibilità di un giusto guadagno, legato a percentuali sul volume delle scommesse allineate a quelle europee. Non siamo certo il Paese più ricco (!) ippicamente, ed è assurdo concedere certe percentuali…

5)               Gli ippodromi debbono produrre, nel senso che il montepremi deve essere garantito da una resa che consenta di mettere fieno nella cascina comune. Allora bisognerà, ad esempio, chiedere ad ognuno quanto ritiene debba essere la cifra del montepremi da assegnargli, pretendendo alla fine un minimo guadagno per rinnovare l’impegno per l’anno successivo. Deve esser cura dei gestori, visto che si tratta di una impresa commerciale, il miglioramento delle strutture per aumentare i clienti. Perché debbono farlo a spese dell’Ente, che sottrae così soldi al montepremi?

 

Concludendo, occorre un piano organico che miri alla semplificazione del sistema scommesse, alla riqualificazione del lato tecnico, allo snellimento della burocrazia.

 

 
Torna alla categoria | Torna all'indice principale
 www.ctech.it : Computer's Technology Srl © 2013 info@ctech.it 
&