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Lo Sportsman: Unire in liquidazione? (21.7.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 21/7/2008
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È UNA DELLE TANTE IPOTESI CHE SI AFFACCIANO IN ATTESA DELLE DECISIONI
Unire in liquidazione?
Goffredo Sottile potrebbe
venir nominato Commissario
con il compito specifico
di cancellare l’Ente, azzerando
debiti e crediti, per ripartire
con un sistema differente

MARCO TRENTINI
Nell’universo di ipotesi che sta circolando in questi giorni ne è spuntata un’altra. Nuova solo a metà, per la verità. Perché secondo quando filtrato da una delle tante indiscrezioni, il prefetto Goffredo Sottile potrebbe essere nominato Commissario dell’iffl, ma con l’aggiunta di una parolina che ne specificherebbe il compito. La parolina in questione sarebbe “liquidatore”. Secondo questa teoria, la decisione sarebbe quindi quella di cancellare l’Unire, azzerando debiti e crediti per poi ripartire con un sistema differente. Non vi sono anche qui strade ben definite, anche se la più gettonata parla di una suddivisione delle competenze, ovvero della crezione di un dipartimento per le questioni allevatorie all’interno del Mipaf e di uno per le corse e le scommesse in Aams.
Ci sarebbe poi un’altra opzione, sponsorizzata da un gruppo di “ex”, ovvero quella della creazione di una società privata formata parte con capitale pubblico e parte attraverso la sottoscrizione delle restanti quote da parte di proprietari, allevatori, ippodromi e delegati.
Per il momento non vi è alcuna conferma di tutto ciò. Anzi, dal Partito delle Libertà trapelerebbe che la nomina di Sottile non sarebbe gradita, in quanto si tratta di personaggio legato alla Sinistra. Smentite anche da un alto esponente della Lega, secondo il quale non vi è alcuna decisione in tal senso, anche se il Ministro Luca Zaia rimane fermo nella sua intenzione di commissariare, decisione che però sta trovando resistenze fortissime a livello politico.
L’idea dell’eliminazione dell’Unire sarebbe riconducibile al Ministro della Pubblica Amministrazione :iiì:n,ii’r, che d’accordo con Giulio Tremonti avrebbe individuato una ventina di Enti cosidetti inutili, fra cui l’Unire.
Come si può vedere la situazione è estremamente fluida e, a parte la volontà di intervento del nuovo governo, qualsiasi opzione rimane aperta. Perché non sembra esserci un progetto definitivo per la ristrutturazione del comparto. In pratica, oltre all’eventuale decisione di smantellare, non vi sarebbero ancora le linee guida per la ricostruzione.
Il rischio di cancellazione dell’Unire, auspicato mille volte a partire dagli scritti di Federico Tesio, oggi potrebbe anche trasformarsi in realtà. Ma, e questo è più importante, servirebbe una scelta di
campo per il futuro, un progetto mutuato magari dai modelli esteri
(soprattutto Francia e Inghilterra). Progetto che oggi non c’è.
La situazione economica è certamente molto difficile. In pratica si
è tornati indietro di dieci anni esatti, alla fine del 1998, quando il
Generale Pisani comunicò che i soldi non bastavano più e che il settore avrebbe dovuto ridimensionarsi pesantemente. Mossa che provocò lo sciopero di inizio 1999. Dopo il quale però poco o nulla
è cambiato. Le risorse sono rimaste stabili o addirittura sono diminuite, mentre le spese, vuoi per l’inflazione, vuoi per l’ulteriore
aumento dell’attività, sono cresciute. Il bilancio dell’Unire è stato tenuto artificialmente in vita prima basandosi sui proventi dei
minimi garantiti, poi, dopo la cancellazione di questi ultimi, su altre voci “virtuali”, ultima delle quali i 90 milioni di canoni televisivi dovuti dalle agenzie. Oggi forse, visto che gli auspicati incrementi del volume delle scommesse non si sono mai verificati, e il gravissimo ritardo con il quale è partita (oltretutto a metà) anche la rete dei corner, qualcuno potrebbe aver deciso che è arrivato il momento del redde rationem.
In definitiva al bilancio Unire mancano da dieci anni circa 150 milioni di euro per mantenere i livelli di spesa. E una soluzione va per forza trovata. Lo stesso Giulio Tremonti, nel 2003, prima del varo della legge 200, aveva proposto l’azzeramento pressoché totale, anche dei contratti con gli assuntori di scommesse, e un contributo dii 00 milioni di euro per superare la fase di transizione. Proposta poi messa da parte per la scelta di privilegiare il condono dei minimi garantiti.
In sostanza nulla sembra ancora deciso e il quadro della situazione appare tutt’altro che chiaro e definito. Catastrofismo e panico oggi sembrano assolutamente fuori luogo, ma una seria riflessione sulla situazione complessiva del comparto appare indispensabile. Così come sarebbe auspicabile il confronto di un’ippica del tutto unita con il governo, che a questo punto dovrebbe quantomeno comunicare quelle che sono le sue intenzioni.

 
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