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Le Voci del Trotto: Unire: Unione Nazionale Incapaci Reggere Ente (19.7.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 19/7/2008
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UNIRE: Unione Nazionale Incapaci Reggere Ente

 

(Gianni Castelluccio) Siamo ormai al capolinea. L’ippica non può più reggere con il sistema attuale. Gli ultimi giorni hanno evidenziato tutta la drammaticità della situazione, conseguenza di una serie di intrallazzi tra la politica e gli untorelli che per assicurarsi vantaggi personali o categoriali hanno consentito a dirigenti incompetenti ed incapaci di distruggere un intero settore (l’unico produttivo!) dell’agricoltura. Pur di accaparrarsi la fetta maggiore degli introiti derivanti dalle corse, non si sono accorti che stavano distruggendo il prato sul quale pascolavano, e che alla fine sarebbero restati anche loro a digiuno. Le istanze di chi vedeva il mondo delle corse come un fatto di cultura, come un mezzo per la sopravvivenza di una razza che ha accompagnato l’uomo nella sua evoluzione e, nel contempo, un’occasione di lavoro per migliaia di famiglie, sono state disattese:  l’UNIRE ha fagocitato milioni di euro disperdendoli in rivoli incontrollabili. Un parallelo con Napoli, dove i milioni di euro destinati alla rimozione della spazzatura sono stati assorbiti “per l’organizzazione (!)”. I primi a soffrire sono stati proprietari, guidatori, allenatori, quelli cioè che, con le corse, producono le entrate: il denaro che doveva essere impiegato per far funzionare la macchina, usato invece per provvidenze a pioggia, favori, stipendi faraonici ed ingiustificati che hanno portato praticamente al fallimento del sistema. Ora piangeranno anche i ricchi…Per noi è una magra consolazione.

Come sempre però, anche nelle sciagure c’è sempre una piccola fiammella ancora accesa, che bisogna alimentare se si vuole tornare alla luce. Nel nostro caso, la liquidazione dell’attuale UNIRE potrebbe essere il punto per una ripartenza da zero, con l’eliminazione dei parassiti e dei furboni che finora sono riusciti ad accaparrarsi la fetta maggiore della torta. Occorre un Ente ridimensionato nei compiti istituzionali, praticamente ridotto ad una funzione di controllo ed il ritorno agli Enti tecnici, con i vertici eletti dalla base. E soprattutto bisogna eliminare tutto ciò che è passivo, impiegando la maggior parte dei proventi delle scommesse al montepremi da assegnare proporzionalmente a quegli ippodromi capaci di produrre una resa attiva. Finirla con l’assistenzialismo: chi non sa gestire, chi rappresenta un peso per il movimento, o deve rimetterci di tasca propria o deve sparire. L’esempio dei proprietari deve essere da guida: se infatti ho un cavallo che non vince, nessuno può dirmi di eliminarlo, se a rimetterci sono io, ma non posso pretendere che l’organizzazione mi sovvenzioni per tenerlo…

E’ dunque il momento di mettere un punto fermo, l’occasione per una radicale riforma del sistema. Continuare a far vivere l’ippica con la canna dell’ossigeno sarebbe solo accanimento terapeutico: apriamo le finestre, facciamo entrare aria pulita, profittiamo del fatto che il MIPAF è in mano ad un Ministro appartenente ad un partito che fa del rigore la sua bandiera ed al quale chiediamo di scacciare i mercanti dal tempio.

 
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