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Lo Sportsman: Torno in Italia e non capisco nulla (15.7.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 16/7/2008
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Torno in Italia
e non capisco nulla

Sono un abtuale frequentatore da de cenni di ppodromn e sale corse li motivo di questa mia ettera è dettato da o sconcerto ro o personale che si è ma nifestato negli ultimi g orni quando sono entrato in un’agenzia per giocare (di mnenticavo di precsare che sono reduce da Royal Ascot). Scopro che tutto è di ventato enormemente p u complicato Ai bei temp s sceglieva il soggetto, tipo di scommessa e tutto finiva Ora tra corse dei cosiddetti “corner’, le innumerevoli Tris della giornata ed ammennicoli vari è il caos totale. A tutto ciò aggiungo che leggendo gli arrv su televdeo (e rare volte che sono esatti e puntuali) le quote ci queste corse non vengono trasmesse. Vorrei sapere I motivo ditale procedura, poiché ritengo che chi scommette abbia il diritto di sapere se ha vinto e una volta saputo quanto ha vinto Non so se tutto ciò rientri nel decreto Bersani e nella riforma che aveva prospettato. So co munque che, chi ha deato questo si stema con Io scopo di rivitalizzare l’ippica ha sbagliato completamente strada, Malumor seneca gono parecchi, e a ciò che mi è dato vedere credo che le scommesse non siano cresciute affatto, anzi. Concludendo, clmaderò sempre pù le me visite n agenza o in ippodromo che sa, preditgendo qualche capatina più frequente in ippodromi esteri.
Amedeo Bettini

La confusione c’è, inutile negano, E deriva prima di tutto dal fatto dre l’istituzione del “due campr
non e coindsa con quella inedifka al calendario e alla programmazione che è indispensabile per rendere liniziativa funzionale. Oggi si estrapola una parte del palinsesto ed obiettivamonte diffidie districarsi fra Ippica Nazionale e campi normali, soprattutto in questo periodo dell’anno nel quale anche gli orari “strani’ hanno contribuito ad acaescere il senso di incertezza. Consigliamo comungoe l’amico kttinl di attendere ancora qualche mese prima di abbandonare del tutto, perdiò la speranza dl un cambiamento non d ha ancora dhbandonato. Ne rapiamo però lo stato d’animo. Solo podio oro fa eravamo a Parigi, in occasione del Grand Prir de Paris e la differenza in termini organizzativi e spottacolari con le nostre corse è stata ancora una volta un pugno nello stomaco. Girando poi per le strade di Parigi d si accorge che non si tratta di un paragono improponibile limitato al compatto ippica, ma sempllcmnente di una profonda diversità fra i duo Paesi. Un fatto Insomma di cultura, di modo di vivere e di agire. Con dò non vogliamo dire che i francesi sono meglio degli italiani (siamo comunque fieri di esserlo), ma dio la diffe,enz è ben visibile e diventa ancar più damorosa nel caso delle nostre amate corse, che in Franda, così come in lnglriltarra sono vissute carne uno sport e uno spettacole a di. invec, da noi vengon, vissute come un fatto negativo, quasi un fastidio. Una giornata in un grande ippodromo estero può essere como una boccata d’ossigeno e può con tribuiro a risalire la china, guardando, magari copiando, quello che i più bravi riescono a tare.

 
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