LETTERA APERTA DEL SEGRETARIO GENERALE DELL’UNIRE IN RISPOSTA ALLE AFFERMAZIONI DEL PRESIDENTE UPT FRANCESCO GRAGNANIELLO Risorse liberate e nessun calo dei premi
Gent.mo avv. Gragnaniello, avrei preferito non alimentare ulteriori e strumentali polemiche come del resto ho fatto per il passato ogni qualvolta sono stato oggetto di attacchi che andavano molto al di là del civile confronto. Premetto che nei due anni trascorsi, gli incontri fra le Categorie e l’Unire sono stati assolutamente più frequenti di quelli che si tenevano in passato, ma forse si è avuto un equivoco di fondo che ritrovo nel tuo scritto. Si tratta di distinguere fra l’appoggio che diverse categorie s’impegnano a dare all’attività dei vertici e, viceversa, la pretesa di imporre le proprie tesi e le proprie scelte a chi sta, a vario titolo, nelle posizioni di responsabilità dell’Ente. Non ho proprio tradito nessuno in questi due anni di difficile impegno nè tanto meno il Ministro ed io potevamo firmare impegni a vita. Abbiamo tenuto duro sul montepremi e mantenuto con scrupolo quanto preannunciato. Abbiamo elaborato un progetto di sviluppo importante che ha cominciato a camminare da un mese fra mille difficoltà ma che sarà la carta vincerite per il futuro del settore. In questo specifico il vostro aiuto è stato vicino allo zero per motivi che ben conosciamo tu, io e chi, come si dice a Varese non “dorme in piedi”. Molte cose non sono state portate a termine perché, dopo un iniziale consenso, hanno trovato la decisa opposizione di singole categorie fra le quali quella da te presieduta. Ma su questo, in linea di principio, non trovo nulla di scandaloso a meno che non si pretenda di imporre all’Ente solo ed unicamente le proprie scelte in modo improprio. È una differenza culturale di fondo che si ritrova nella politica del nostro Paese. Ci sono regioni dove purtroppo l’appoggio della base è condizionato all’ottenimento di immediati riconoscimenti economici, di carriera etc., etc. Altrove ci s’identifica in un determinato pensiero politico dando un supporto ideale e concreto a chi lavora per il bene di tutti. Da una parte c’è il peso soffocante delle lobbies, delle consorterie, delle organizzazioni malavitose. Dall’altra c’è la prospettiva di progresso che solo una democrazia compiuta e matura può offrire. Mi aspettavo di vederti più correttamente informato in quanto: la decisione del 9 luglio può consentire al CdA. di destinare, se lo riterrà opportuno, risorse liberate dal fondo di investimento e cioè un importo che è bloccato da anni perché l’Ente non ha saputo e potuto più utilizzarlo né destinarlo ad altri scopi. Oggi queste risorse finalmente liberate con il maturo consenso delle Società di Corse potranno contribuire alla difesa del montepremi. In ogni caso non ti è consentito fingere di non sapere che tutte queste decisioni saranno inoltrate al Ministero per le Politiche Agricole con il parere dell’Avvocatura dello Stato perché le approvi o meno. Quindi la regolarità del procedimento è garantita. Altrettanto a casaccio tu ed altri avete seminato in questi giorni il panico dando per deciso un calo del 15 per cento del montepremi. Siccome sai che l’Unire viaggia come tutti gli Enti pubblici, sarai certamente in grado di ricordarmi in quale riunione e quando si è parlato di questo argomento. La risposta è semplice: nessuna. Se così non sarà i lettori trarranno le opportune conseguenze relativamente a quanto letto alle pagine 4 e 5 di Trotto&Turf del 12 luglio. Permettimi a questo punto una considerazione finale: un Presidente di Associazione che non crede più nei maestri, nel controllo del Ministero, nel CdA dell’Unire, nel Segretario Generale e mette in vendita tutti i suoi cavalli deve correttamente e preventivamente dimettersi dalla sua carica e indire finalmente quelle democratiche elezioni che da tempo e da molte parti i proprietari del trotto invocano.
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