DAL FONDO IN CIMA
Conzigli
pe’ l’acquisti

GIUSEPPE TATARELLA
Il grande successo della Lega alle ultime politiche viene attribuito alla capacità dei suoi dirigenti di aver saputo mantenere un contatto con la base, con il popolo, ed aver saputo tradurre in politica le istanze che venivano mosse, interpretandone gli scontenti, gli impulsi, i malumori e le ire. Così forse, il Ministro Luca Zaia ascolta molti, volendo farsi un’idea propria sull’ippica per poi agire di conseguenza.
Il guaio è che l’ippica è costellata da oltre 40 associazioni di base, alcune rappresentative, altre che rappresentano solo i loro polverosi vertici, che utilizzano le associazioni stesse come strumento di pressione (potendo), di visibilità (se non altro), contando, le associazioni stesse, molto poco, data l’esiguità numerica dei loro disinteressanti e deleganti iscritti.
In questa cacofonia di voci, per vedere e sentire al meglio, insegnano anche nelle università commerciali che è bene sollevarsi un po’ dalla gente, come i Dj di successo, che stando sul palco, magari non ben visibili al pubblico, ne interpretano perfettamente stato d’animo e umore, fornendogli la musica adatta.
Il contatto con la base è determinante: la base, ovvero gli appassionati di ogni ordine e tipo, dai tecnici da ippodromo agli scommettitori d’agenzia, forse si sono stancati delle “beghe” politiche, e vogliono tornare a vivere l’ippica per ciò che li ha avvicinati ai cavalli: il divertimento e la passione. Diceva non molto tempo fa un rappresentante governativo che lui sapeva bene quello che la gente voleva, perché era “uomo di mercato”: le malelingue aggiungevano “rionale”, ma solo perché era l’invidia a farli parlare.
Sul numero di ieri Franco Raimondi ha raccontato di “Trakus”: strumento fantastico che consente di seguire il cavallo metro per metro attraverso 40 microantenne disseminate lungo la pista, Il 2 agosto inizierà a funzionare a Deauville. L’ippica italiana rischia fortemente di stare all’ippica francese (e europea, e mondiale) come le Ferrovie Italiane al TGV. Ma perché dovrebbe fare eccezione?