Toh, l'Unire commissariata

"Allo stato attuale manca ancora l'ufficialità e sopratutto una conferma da parte del Ministro". Il Segretario Generale dell'Unire, Guido Melzi, nel tardo pomeriggio di ieri, era ancora all'oscuro della notizia dello scioglimento del Consiglio di Amministrazione dell'ente. Ma si sa, spesso gli ultimi a sapere sono proprio i diretti interessati. Il commento del Segretario Generale arriva poche ore dopo la fine di un Consiglio dei Ministri nel corso del quale il ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, ha predisposto un decreto che prevede lo scioglimento del consiglio di Amministrazione dell'Unire, in applicazione della misura che prevede la riduzione del numero dei consiglieri di amministrazione negli enti pubblici da sette a cinque (o in qualche caso addirittura a tre). Il relativo decreto del ministro dovrebbe essere approntato dall'ufficio legislativo di via XX settembre entro qualche settimana. "Se la notizia fosse confermata, sarebbe in ogni caso una mancanza nei confronti delle personalità che hanno lavorato nel CdA negli ultimi due mesi. Mi attendevo maggiore attenzione da parte del Ministro, anche perchè da mesi chiediamo un incontro per parlare del futuro dell'ippica. Poi, è chiaro, le scelte sono scelte e non si discutono". Nei prossimi giorni, dovrebbe essere predisposto il Commissariamento dell'Ente con la nomina di Nicola Molteni, avvocato 32 enne, stretto collaboratore del Ministro. le prime indiscrezioni relative al decreto che ha sciolto il CdA dell'Unire sono giunte negli uffci dell'Ente proprio mentre era in corso una riunione del Consiglio di Amministrazione, che aveva già approvato due punti all'ordine del giorno e che quindi, sotto la Presidenza del Prefetto Goffredo Sottile, ha poi deciso di rimettere al ministero tutti gli altri argomenti su cui avrebbe dovuto deliberare. Il vicepresidente del CdA, il generale Cecchi, ha dichiarato in serata che "l'attività dell'ente prosegue normalmente, almeno fino ad una comunicazione ufficiale. Se fosse vero, sarebbe in ogni caso un vero peccato lasciare dopo appena tre mesi un lavoro appena avviato".