CORNER: SCOPO RAGGIUNTO. ORA LA CONFUSIONE E’ TOTALE (Gianni Castelluccio) Evviva, evviva! Ormai la regola nell’ippica è quella che non bisogna mai pensare che si sia giunti al limite del credibile (o dell’incredibile)! Il nostro è un film di grande successo, uno di quelli per intenderci, che vengono seguiti dal numero 2, poi il il 3 ecc. Rocky1, Rocky 2, Roky chissà quanto! Pensavamo che i corner fossero soltanto un inutile aggiunta di botteghini ad una sala cinematografica in crisi di spettatori. E invece…Invece interrogando un responsabile di un’Agenzia ippica abbiamo appurato che servono anche per danneggiare gli altri punti vendita. Come? Con la confusione delle regole, mettendo gli scommettitori dinanzi ad insormontabili difficoltà. Senza addentrarci in discorsi tecnici, la situazione paradossale di fronte alla quale si trova chi vuol giocare ai cavalli è, pressappoco, la seguente. Un signore studia una corsa e decide di giocare un’accoppiata. Si reca all’ippodromo sicuro di poter effettuare la scommessa, attende la corsa e chiede allo sportello. Risposta: “Non può giocare l’accoppiata in questa corsa perché fa parte del programma dei corner!” Intanto un altro sfortunato giocatore, in un corner, chiede di giocare un vincente, ma anche qui si trova di fronte ad un cortese impiegato che gli dice che la sua giocata è possibile farla solo in un ippodromo, ma non in quello dove si svolge la corsa, perché quella corsa è stata designata come Tris! Il giro vizioso continua, e gli scommettitori si sentono come condannati in un girone infernale a girare senza sosta, scacciati ogni volta che cercano di fermarsi per effettuare la scommessa. Non basta. Nei corner le tris si susseguono, una dietro l’altra, senza soluzione di continuità. Ma, sorpresa, il pagamento avviene non subito dopo il risultato, ma a distanza di una quarantina di minuti, per cui se si attendono i soldi della vincita per giocare quella successiva, non si fa a tempo. Non finisce qui. I tempi di pagamento si allungano paradossalmente se il gestore dispone di un marchingegno di ultima generazione: perché quest’ultimo ha una serie infinita di controlli con particolari meccanismi a raggi infrarossi, insomma un ulteriore intralcio. Allora si avvantaggiano quei punti vendita che usufruiscono di vecchi sistemi… A questo punto inutile cercare le ragioni del calo pauroso del gioco sull’ippica. Mentre il Lotto, ad esempio, offre in ogni sua ricevitoria, da Milano a Canicattì, da Palermo a Pollena Trocchia, lo stesso servizio, semplice semplice, l’ippica si inventa una marea di giocate difficili in se, complicate perché le offerte si diversificano a seconda dei punti vendita, sconcertando chi è intenzionato a scommettere al punto che neanche chi è ippico consumato sa esattamente dove recarsi perché rischia di essere respinto. Ed è tragico che, anzicchè alleggerire le difficoltà, si introducano nuove e più difficili regole con la scusa di salvare (!) l’ippica. La trovata dei corner, che Melzi d’Eril ha “inventato” e caldeggiato convinto, certo in buona fede, che fosse la panacea per tutti i mali (“Non me la boicottate, per l’amor di Dio”), non solo non ha prodotto e non potrà mai produrre nessun risultato positivo, ma addirittura ha danneggiato anche gli altri punti vendita, con il risultato che quel poco di gioco prodotto lo ha sottratto, con gli interessi, a quelli già esistenti. Poiché non è un peccato, ma segno di grande intelligenza riconoscere i propri errori, invitiamo Melzi d’Eril, che stimiamo da anni come uomo e come esperto di ippica, a fare un bagno di umiltà. E a cancellare il passato, riportando l’ippica soprattutto a quella semplicità e trasparenza che l’ha fatta grande. Si chiamino a raccolta tutte le componenti tecniche, dagli allevatori ai proprietari ed agli allenatori, e si faccia capire loro responsabilmente che non si può pensare di correre ai ripari senza la partecipazione di tutti. E soprattutto che ognuno dovrà sacrificare qualcosa, e non cercare di accaparrarsi le briciole rubandole al misero bottino attuale. Ma che si torni al passato, con scommesse semplici (vincente, piazzato, accoppiata e trio) e giocabili dovunque: Tris, quarté e quinté notevolmente limitate nel numero (quattro tris, un quarté ed un quinté alla settimana) ma di qualità superiore giocabili dovunque. Importantissimo rivedere le percentuali di suddivisione degli incassi: tagliare drasticamente le spese burocratiche ridando all’UNIRE la sua vecchia e vera funzione di controllo, demandando la parte tecnica ai mai tanto rimpianti Enti tecnici, i cui consigli direttivi, essendo frutto di elezioni tra le categorie, ed essendo cariche onorifiche costavano e costerebbero praticamente pochissimo. E riservando la maggior parte degli introiti al montepremi, che è la benzina per effettuare le corse, unica fonte di entrate per l’ippica. Piuttosto che complicarsi la vita, semplificare al massimo, evitando che si possa distrarre in tanti rivoletti il fiume delle scommesse. Presto, per favore, perché potrebbe essere già troppo tardi. |