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Le Voci del Trotto: Paradossale situazione boxes a Napoli (10.6.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 11/6/2008
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Interroghiamo l’U.N.I.R.E.

 

PARADOSSALE SITUAZIONE BOXES A NAPOLI

            Si sa come cambino le condizioni di vita e di lavoro se ci si sposta dal nord al centro, al sud dell’Italia. L’ippica non sfugge alla regola. Al nord il parco cavalli limitato non crea problemi di alloggiamento, anche per la presenza di numerosi centri di allenamento ben attrezzati, che offrono boxes, piste di vario genere, paddock, strutture, insomma, accoglienti ed idonee. Più o meno eguale la situazione al centro, Toscana, Emilia, Marche ecc. A Bologna ed a Roma gli ippodromi sono pressocchè deserti e gli allenatori sono tutti nei centri recandosi al’Arcoveggio ed a Tordivalle solo per le corse.

            Diametralmente opposta è la situazione alloggi in Campania. In particolare a Napoli c’è sempre stata la battaglia per accaparrarsi anche un solo stallo. Una battaglia che le varie società assegnatarie hanno cercato di gestire, ma che con il passare del tempo ha dato vita ad una serie di “irregolarità” che hanno portato praticamente all’estromissione della Società stessa dall’assegnazione dei boxes. Ci spieghiamo meglio con qualche esempio. Allenatori in passato erano assegnatari di alcuni boxes: quando non hanno avuto più cavalli in allenamento, invece di restituire la disponibilità degli stalli alla Società, li hanno ceduti direttamente ad altri colleghi, per piacere o per denaro. Qualcuno addirittura a chi, proprietario o no, non avrebbe avuto neanche diritto all’assegnazione. Nel tempo questa situazione si è purtroppo incancrenita.        

L’attuale Società che gestisce Agnano ha fatto grandi sforzi per regolarizzare queste anomalie. E’ stata aiutata anche dalle nuove regole sanitarie, ottenendo un buon aiuto dall’ASL locale, ma per far questo ha dovuto purtroppo avallare anche qualche situazione consolidata nel tempo. Ora in pratica c’è una assegnazione che sulla carta sembra ineccepibile, ma che lascia adito a qualche dubbio. Per l’affollamento di cavalli che gravitano su Agnano, dall’assegnazione sono stati esclusi alcuni allenatori, che da anni si “arrangiano” fuori dall’ippodromo, ma che ora, con le nuove regole sanitarie, non possono più alloggiare i propri cavalli in queste sorta di spelonche all’esterno dell’ippodromo. Ai cavalli di uno di essi, Ciro Ciotola, che ci ha autorizzato a fare il suo nome, l’ASL, giustamente, nega anche la possibilità di effettuare i test di Coggins finchè non li allogerà in una struttura idonea, costringendolo praticamente all’inattività.

Ora la realtà è questa. Gli stalli di Agnano risultano tutti “fittati” regolarmente ad allenatori che ne hanno diritto e che pagano a fine mese. Ma in pratica, ecco il paradosso, moltissimi sono praticamente vuoti, perchè gli assegnatari hanno i cavalli più comodamente alloggiati in centri di allenamento o al mare, ed adoperano quelli assegnati all’ippodromo solo per portarvi qualche cavallo di prova o qualche altro nelle giornate di corse. Ed allora avviene che ci siano guidatori che adoperano i boxes loro assegnanti solo poche volte, e solo per qualche ora, ed altri che non possono avere l’assegnazione all’interno dell’ippodromo pur essendovi in pratica la capacità ricettiva. E qualcuno, come il Ciotola, a breve non potrà neanche entrare in pista per allenare nè per correre, per mancanza dei certificati sanitari!

            E’ giusto tutto ciò? Poichè siamo certi che la Società di Agnano ha fatto tutto quanto era nelle proprie possibilità, e non la riteniamo (quella attuale) responsabile della situazione ingiusta, poniamo l’interrogativo all’UNIRE.

Gli stalli in un ippodromo, per di più in una situazione di emergenza, debbono essere considerati come una comune abitazione, da poter affittare e tenere chiusa purchè si paghi l’affitto, o si tratta di “alloggi per cavalli” che debbono essere occupati a tempo pieno, e quindi chi li ha, ma non li occupa, deve cederli (tramite la Società, non farne mercato!) a chi ne ha bisogno?

            Attendiamo fiduciosi una risposta dall’UNIRE che impegniamo a farsi carico della questione per ristabilire un criterio di eguaglianza fra tutti gli allenatori.

 
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