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Agipro: La Ventura (Pres. Ascob): "Interconnesso e innalzamento del pay-out le proprietà per il rilancio del settore"  
Autore: roberto
Pubblicato: 9/6/2008
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AGIPRONEWS: Pubblicato il 9 giugno 2008 ore 11:30


SPECIALE BINGO – LA VENTURA (PRES. ASCOB): “INTERCONNESSO E INNALZAMENTO DEL PAY-OUT LE PRIORITA' PER IL RILANCIO DEL SETTORE”
 
(c.r.) ROMA - Bingo interconnesso e Bingo online, innalzamento del pay-out e una quota percentuale da assegnare al comune di ubicazione della sala. Sono questi alcuni dei punti chiave individuati da Vincenzo La Ventura, Presidente dell'Associazione Concessionari Bingo (Ascob), che ha analizzato l'attuale situazione del bingo nel nostro paese, un settore che nel 2007 ha prodotto una raccolta pari a 1.726 milioni di euro, ma oggi più che mai in bilico fra una definitiva consacrazione e una “frammentazione” che rischia di vanificare quanto fatto in questi anni.
 
SPECIALE BINGO – LA VENTURA (PRES. ASCOB): “AI COMUNI DI APPARTENENZA L'1% DEI PROVENTI DELLE SALE BINGO”
 
(c.r.) ROMA -“Sono sostanzialmente quattro gli obiettivi che Ascob mira a raggiungere per rilanciare il settore del bingo”, ha dichiarato La Ventura. “Riteniamo che la priorità assoluta sia quella legata all'aumento del pay-out, decisamente basso (ad oggi è pari al 58%, ndr), mentre chiediamo che venga innalzato al 65%, al fine di distribuire vincite più ricche e rendere così più accattivante il prodotto.
Un'altra priorità che intendiamo porre all'attenzione degli addetti ai lavori, sulla scia del cosiddetto federalismo fiscale, è la destinazione dell'1 per cento dei proventi della sala bingo al Comune nel quale è ubicata la sala stessa, una vera e propria novità, questa, che potrebbe avere a nostro giudizio ripercussioni positive”.
 
SPECIALE BINGO – LA VENTURA (PRES. ASCOB): “PRECEDENZA ALL'INTERCONNESSO RISPETTO AL BINGO ONLINE”
 
(c.r.) ROMA - “Il punto fondamentale della nostra battaglia – ha proseguito La Ventura - resta tuttavia la partenza del bingo interconnesso, una modalità di gioco che richiediamo da tempo e che a più di un anno dalla pubblicazione del decreto attuativo ancora non possiamo offrire ai giocatori. Per l'intero settore sarebbe una svolta fondamentale, in quanto si andrebbero a giocare partite in simultanea tra diverse sale, così da avere un montepremi più ricco (parte del prezzo di ciascuna cartella contribuirebbe a innalzare il totale dei premi, ndr), con conseguente maggior appeal verso i giocatori. Da questo punto di vista, riteniamo che il bingo interconnesso possa avere sicuramente più effetti positivi sulle sale di quanti non possa averne il bingo online, che anzi rischierebbe di allontanare i clienti abituali e di non invogliare i potenziali nuovi utenti.
Infine, ma non per questo meno importante, chiederemo al Governo di essere trattati come gli altri concessionari. In altre parole, chiediamo che il pagamento delle cartelle possa essere postergato, a differenza di quanto accade oggi. Riteniamo che tutte queste misure, insieme, potranno ridare vitalità al settore bingo”.
 
SPECIALE BINGO – LA VENTURA (PRES. ASCOB): “I CONCESSIONARI DEVONO TORNARE UNITI PER CONTARE DI PIU'”
 
(c.r.) ROMA - Alla domanda su cosa manchi al bingo per consacrarsi definitivamente nel mercato dei giochi in Italia, il Presidente di Ascob ha così risposto: “Paradossalmente, penso che la consacrazione del bingo sia già avvenuta, nell'anno 2004, quando solo quattro sale superavano la raccolta di un milione di euro, ma noi oggi ne contiamo più di 30. Abbiamo raggiunto questo risultato con la cartella da 50 centesimi e successivamente ha dato il suo contributo anche il “Bingo One” (ovvero il premio assegnato al giocatore che ha realizzato il “bingo” con un numero di palline estratte uguale o inferiore al numero-soglia 48, ndr). Tutti questi obiettivi, con tanti altri non di poco conto, sono stati raggiunti da una sola associazione. Poi ne sono nate altre. Mi chiedo solamente se ciò fosse necessario. Penso che si debba riflettere su quanto accaduto negli ultimi due anni. Abbiamo perso tanto, e diversamente da quello che è avvenuto, così nel mondo bancario come nel mondo politico, dove sono avvenuti accorpamenti, noi ci dividiamo. Mi sembra un'assurdità, un nanismo di cui non comprendo la ragione. Sarebbe necessario – ha concluso La Ventura - che i concessionari tornino uniti per contare di più, così da relazionarsi con le istituzioni e parlare a una sola voce, ed avere così più peso contrattuale”.

 
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