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Totoguida Scommesse: Giochi: l’on. Conte punta sulle audizioni del 2007 (3.6.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 6/6/2008
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Giochi: l’on. Conte punta sulle audizioni del 2007

Per l’indagine conoscitiva della commissione Finanze necessari nuovi aggiornamenti

di Alessandro Cini
L'obiettivo a breve termine è quello di ripartire dalle audizioni informali che a cavallo tra la primavera e l’estate del 2007 (la prima era datata 19 aprile, l’ultima 19 luglio n.d c) avevano impegnato, presso la commissione Finanze della Camera, amministratori pubblici, aziende e associazioni di categoria legati al comparto italiano dei giochi.
Gianfranco Conte, deputato di Forza Italia e neo-presidente eletto alla guida della Finanze, a pochi giorni dall’assunzione della sua carica - avvenuta il 22 maggio scorso nella prima convocazione ufficiale delle commissioni permanenti di Camera e Senato - ha tenuto a sciogliere immediatamente ogni riserva, fugando eventuali dubbi sull’atteggiamento che il nuovo esecutivo guidato dal centro-destra intende assumere per tutelare il mercato del gioco pubblico. Attraverso una metafora tutta giornalistica, è possibile affermare che la luna di miele tra il paese e il “Berlusconi quattro” nel suo complesso, sia appena iniziata, va aggiunto però, che nei primi cento fatidici giorni di attività, il nuovo esecutivo dovrà fornire risposte concrete alle emergenze che già mesi addietro avevano caratterizzato l’agenda politica del governo Prodi. Considerate questioni come l’Alitalia e l’emergenza rifiuti in Campania, quella della gestione dei giochi pubblici, almeno per il momento, non costituisce un’inderogabile priorità, nonostante rappresenterebbe un atto di grave in’esponsabilità politica il fatto di non affrontare, una volta per tutte, il problema della stabilità normativa del settore, soprattutto alla luce delle ripetute richieste di completa apertura del nostro mercato in sede europea.
L’attuale presidente della VI commissione Finanze, quando dichiara di voler ripartire dall’indagine conoscitiva sul mercato dei giochi svolta lo scorso anno, fa certamente professione di buona conoscenza della storia passata e recente del comparto, anche se risulta difficile immaginare - come lo stesso Gianfranco Conte ha dichiarato in una breve intervista - che non sia necessario, almeno per il momento, tornare a confrontarsi con la fitta rete di realtà che operano in Italia il periodo in cui è mutato il panorama politico italiano - un cambiamento sancito definitivamente con le ultime consultazioni elettorali del 13 e 14 aprile - ha corrisposto, infatti, a un’ulteriore evoluzione della situazione del settore: questo dovrebbe essere considerato come un fattore di partenza imprescindibile per il “nuovo corso” della commissione Finanze della Camera, che continua ad avere nella precedente indagine condotta anni or sono dalla “commissione Pedrizzi”, un riferimento operativo quanto mai chiaro. In altre parole, parte delle questioni affrontate in quest’ultima indagine conoscitiva avevano - e continuano ad avere - una connotazione temporale ben precisa, di difficile collocazione nell’attuale contesto.
La questione sollevata in merito all’affidamento delle concessioni dei cosiddetti “grandi giochi” (il dibattito si era aperto in avvio dell’indagine conoscitiva sul rinnovo della concessione del SuperEnalotto) ha perduto, di fatto, ogni sostanza. Un discorso di aggiornamento dovrebbe essere affrontato per i dati relativi al numero di apparecchi da intrattenimento connessi alla rete, soprattutto alla luce del cambio delle macchine che da comma 6 sono state trasformate - non senza ritardi - in comma (a, quando questo mercato verso un periodo di completo rinnovo.
Per quanto resti di stretta attualità la richiesta di apertura di nuove case da gioco (un disegno di legge di cui sono firmatari i senatori Carrara, Bianconi e Coffi è stato appena ripresentato per l’istituzione di un casinò nel comune di San Pellegrino Terme n.d.r.), questo segmento è stato toccato dalle norme antiriciclaggio (recepite dalla normativa europea) che non hanno riconosciuto una sostanziale differenza tra i casinò pubblici (italiani) e quelli a gestione privata (soprattutto nei paesi confinanti con l’italia).
La controversa questione dell’unicità della rete di distribuzione delle scommesse sportive, sollevata da alcuni sindacati di categoria, è passata dal confronto squisitamente politico a quello delle aule dei tribunali amministrativi, così come la reale o presunta disparità di trattamento nei confronti del gioco on-line.
Se intorno agli inizi mese di luglio del 2007 alcune associazioni di categoria si interrogavano sui dati ufficiali relativi alla rete di raccolta delle scommesse ippiche, oggi alcuni elementi di questa discussione dovrebbero essere necessariamente rinfrescati e posti al vaglio della commissione Finanze. A chiudere il quadro dei “buoni motivi” per ripartire con una nuova serie di audizioni — senza per questo gettare alle ortiche nessun elemento assunto nel corso nell’indagine conoscitiva del settore svolta nel 2007 - c’è il previsto, benché incerto, riordino dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, di cui a oggi si sa ben poco, vista la brusca interruzione delle trattative avviate dal precedente governo con i sindacati della Funzione Pubblica.

 
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