In ballo anche ulteriori 210 licenze rimaste inoptate con il "Decreto Bersani" A bando le 329 “storiche”: dubbi, spunti e riflessioni
• di Mauro Grimaldi Anche se la materia non mi trova particolarmente preparato, credo che la notizia che il Governo, tra le sue prime decisioni — assunte nel corso del Consiglio dei Ministri tenutosi a Napoli lo scorso 21 maggio — abbia deciso di rimettere a Bando le 329 concessioni ippiche storiche meriti il necessario rilievo. Anche se c’è da dire che la decisione è, di fatto, obbligata. Ormai lo sanno anche i sassi: il rinnovo, deciso nel 1999 dal ministero delle Finanze, senza l’effettuazione di una gara, è stata una leggerezza (per usare un eufemismo), aggravata dal fatto di essere stata assunta in un periodo storico estremamente complesso in tema di rapporti con la Commissione Europea. Per fada breve, prima una sentenza della Corte di Giustizia europea lo scorso 13 settembre, poi una nuova lettera di messa in moro al Governo italiano, inviata agli inizi di aprile, dalla Commissione Europea — che non ha ritenuto sufficienti le misure prese dal nostro Paese con il “Bando Bersani” — hanno posto fine alla diatriba e portato l’italia a questa scelta obbligata. Merito, in ogni caso, del nuovo Governo che ha interpretato con tempestività la situazione. Il bando sarà emanato entro il 31 agosto, e coinvolgerà, oltre le 329 licenze lasciate libere dalle “storiche”, ulteriori 210 licenze, rimaste inoptate nella gara del “Bersani”. Le agenzie storiche, in ogni caso, rimarranno operative fino a quando i nuovi esercizi verranno attivati, e in ogni casonon oltreil3l gennaio 2009, previsione che mi sembra estremamente ottimistica. Una prima considerazione — puramente accademica — è sul fatto (sicuramente fisiologico) relativo alla dliveiità di trattamento di queste due “tipologie” di agenzie. Infatti — prendo spunto dall’emendamento approvato con la conversione in Legge del decreto dell’8 aprile — mentre la localizzazione dei punti di vendita delle ex-storiche verrà individuata nei comuni in cui le stesse risultano operanti aJa data di entrata in vigore della legge di conversione, «nel nspeuo della zona di ubicazione deLle sedi operative e comunque a non oltre 200 mein lineari dalle stesse», per le 210 “inoptate” la norma prevede la loro collocazione nelle province in cui non soro stati assegnati i dixitti per l’apertura previsti dal bando del 2006. Non mi sembra, comunque, che la domanda, in questo anno, sia particolarmente cres:iuta, ma probabilmente mi sbaglio. Da evidenziare anche l'’abmgazione dell’articolo 8, comma 13, del decreto-legge 24 giugno 2003, n. 147, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n. 200, che rischia di aprire un nuovo scenario in quanto questa legge oltre a rinnovare le agenzie storiche, aveva riaperto anche il discorso del debito legato ai minimi garantiti. Mi sfugge, infine, un altro particolare. Ad oggi le agenzie ippiche storiche dipendono, in via esclusiva, dall’Unire. Con le nuove assegnazioni passeranno sotto l’egida dell'AAMS (o della nuova Agenzia dei giochi)? È un passaggio importante che - se fosse corretta questa interpretazione — concluderebbe il percorso, iniziato nel 2003, di unificare sotto un unico interlocutore, il mondo dei giochi. A questo punto mancherebbe solo un testo normativo che definisca, in via risolutiva, un unico quadro legislativo di riferimento per i giochi. Ci sarebbe anche da capire cosa venderanno tutte queste agenzie ippiche visto che tra i principali problemi del settore c’è quello di un prodotto che non riesce a riconvertirsi ad un mercato sempre più concorrenziale ed esigente. Non credo che le ultime trovate (allargamento della TRIS, il nuovo maquillage del TOTIP, l’inserimento di corse internazionali, ecc) possano portare giovamento al settore. Lunica speranza è che il mercato confenni, sulle 210 agenzie inoptate, il venietto di un anno fa, altrimenti ci stringeremo ancora. A proposito di cavalli, sarebbe interessante sapere perché AAMS abbia invitato a Piazza di Siena solo i tre operatori storici, dimenticando che dopo il 2006 qualcosa è cambiato.
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