CONTRATTO INTEGRATIVO TRENNO

Sciopero a sorpresa dei dipendenti Tris cancellata

«Siamo in un campo minato. E se poi siamo noi stessi ad aggiungere le mine allora rischia di saltare tutto» il commento del Segretario Generale Unire Guido Melzi relativamente allo sciopero a sorpresa dei dipendenti della Trenno, che alle 12 di ieri, a seguito della rottura delle trattative per il contratto integrativo aziendale (quello Nazionale è stato rinnovato lo scorso anno) hanno proclamato l’astensione dal lavoro facendo saltare in extremis la Tris del caffé programmata a San Siro galoppo. «Non voglio entrare nel merito della vicenda, ma non posso trovare accettabile il trasferire una protesta “locale" su una scommessa nazionale. Oltretutto si è trattato di una decisione dell’ultimo minuto, presa senza neppure dare il tempo all’Ente di convocare le parti. Se continuiamo su questa strada si chiude tutto. Oltretutto nel nuovo contratto nazionale c’è una clausola con la quale si salvaguardano i grandi avvenimenti. E bloccare una Tris all’ultima istante, a prescindere da chi abbia torto o ragione, non fa del bene al settore».
Uno sciopero lampo, che ha colpito soprattutto quelli che nella vicenda non hanno alcuna colpa, ovvero il pubblico (quello dell’ippodromo, ma anche gli scommettitori, dato che erano stati giocati già oltre 400mila euro) e gli addetti ai lavoi, quelli che avevano portato i cavalli a San Sro per la corsa (oltretutto riuscita) e che si sono trovati di fronte a uno stop incomprensìbile. La Tris non si è corsa, ma è obiettivamente difficile spiegare il perché. Quello dello sciopero è un diritto inalienabile, ma quando una protesta viene attuata con modalità che vanno a colpire duramente l’intero settore allora si rimane perplessi. E l’ippica in questo momento non ha certo bisogno di altri colpi bassi. Soprattutto se questì danneggiano l’ormai poco pubblico, i giocatori, i proprietari e gli allenatori.