In assenza di una sistemazione adeguata Portorico, un destino crudele per i brocchi: iniezione letale
di Roberto Zanni MIAMI - Se non sei abbastanza veloce per vincere, o comunque piazzarti tra i primi, allora a Portorico puoi anche morire. Si corre cinque volte alla settimana all’Ippodromo Camarero, a Canovanas, l’unico impianto dell’isola chiamata dell’incanto che non lo è però per i cavalli che si vedono trasformare ogni corsa in una crudele lotta per sopravvivere: ogni anno infatti ne vengono soppressi almeno 400. La cosa tragica è che si tratta di animali in perfetta salute che hanno l'unico difetto di non saper vincere e allora i proprietari piuttosto che continuare a mantenere un “peso» da 750 dollari al mese, fanno prima a sborsarne 20 di dollari tanto l’iniezione letale viene eseguita nella clinica che è proprio dietro all’ippodromo. Se un cavallo non è produttivo - ha detto senza troppi giri di parole Arnoldo Maldonado, uno dei tanti proprietari - dopo un po lo do via o lo faccio uccidere. Non è che mi piaccio, ma si deve fare, non ci sono i soldi per mantenerli e io non posso continuare a rimettercl». Tutti i purosangue arrivano dagli Usa, per molti è l'ultimo viaggio anche perché a Portorico non esistono programmi di protezione come per esempio negli Stati Uniti come il “Fondo per il ritiro dei puro sangue” e contattare gli allevamenti per trovare una sistemazione evidentemente è troppo faticoso. Nell’impianto di Camarero il giro di scommesse supera i 210 milioni di dollari l’anno, ma per i condannati a morte l’unica possibilità di rimanere vivi si chiama Berti Zequeria, un allenatore che si è trasformato in un angelo salvatore (una dozzina i cavalli appunto da lui salvati) anche se non può farcela con tutti. All’ippodromo invece usano il... paraocchi; «La maggior parte dei proprietari ama i propri cavalli - è la difesa di Lionel Muller, vicepresidente del Camarero - nessuno vuole sbarazzarsi di loro in questa maniera». Ma sono in pochi quelli che ci credono ancora. (ro.z./ecp)
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