Il conflitto d’interessi
Gent,mo direttore leggendo il vostro articolo "La svolta dei proprietari in un programma", mi sono posta in modo critico ma costruttivo nei confronti di quanto si affermava. L' incipit dava adito a qualcosa di veramente importante, come introduceva lo stesso giornalista e, così, la mia lettura diventava sempre più attenta. Grandi parole ricche di messaggi positivi mi sono detta: “finalmente una cordata nuova, propositiva”. Leggo in calce i firmatari e la sorpresa di leggere dei nomi cosi importarti ma non "esclusivi" raffreddava il mio entusiasmo. Nulla da recriminare sulle stimabilissime persone firmatarie ma molto sui ruoli che attualmente o nel futuro prossimo questi Signori ricoprono o copriranno. Si sta cercando di far rinascere ippica portando ad una cooperazione le diverse Associazioni ippiche ma a mio avviso il conflitto d'interesse deve essere bandito dalle stesse. Loro stessi definiscono il proprietario “come vera essenza della sportività e disinteressata passione per il galoppo. Proprio su quest'ultima affermazione sono sorte le mie perplessità: come si può essere disinteressati se si opera sia nel campo allevatorio anche pubblico ed allenatorio. Analizzando l'insieme delle cause che hanno portato al decadimento della nostra ippica, spicca anche la confusione dei ruoli con il conseguente degrado del settore sinceramente mi aspettavo da appassionata quale sono il definitivo allontanamento da confitti d'interesse, una chimera che probabilmente resterà tale. Silvia Casati
Silvia Casati ha indubbiamente ragione quando afferma, utilizzando la definizione “conflitto d’interesse”, che il proprietario “puro" praticamente non esiste più. E, ovviamente, anche i firmatari del documento che abbiamo pubblicato fanno parte di quella categoria ormai trasversale che comprende allevatori-proprietari, che fa il paio con quella degli allenatori-proprietari o addirittura con quella degli allenatori-allevatori-proprietari. Non ci scandalizziamo però per questo, perche anche gli interessi sono divenuti talmente coincidenti da allontanare lo spattro del conflitto. Certo ci piacerebbe che il baricentro, dopo che per anni è stato spostato dalla parte degli allevatori, ritornasse un pò più centrale in modo da riequilibrare il settore. Per questo l’idea della Federazione, almeno sugli argomenti comuni, è assolutamente condivisibile e così facendo si potrebbe anche confrontarsi finalmente sulle esigenze delle singole componenti. Non dimentichiamo però le cause che hanno portato a questo mix: mercato interno ormai ridotto all’osso, mancati pagamenti di pensioni ecc. Solo affrontando globalmente il problema si può arrivare a una soluzione. E' interesse di tutti.
|