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Le Voci del Trotto: Nebbia ed U.N.I.R.E. chi ci capisce è bravo  
Autore: roberto
Pubblicato: 21/5/2008
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NEBBIA ED U.N.I.R.E. CHI CI CAPISCE E’ BRAVO

 

(Ma cambiare si potrebbe...)

   La buona volontà non basta, se non è accompagnata dall’efficienza. L’UNIRE di Sottile finora ha dimostrato molta voglia di cambiare il sistema, ma si ritrova con un motore (organico) che è quello inefficiente di sempre, contestato per la scarsa disposizione alla praticità. I tavoli di concertazione ne sono un esempio. Sollecitamente approntati, sono putroppo ancora inefficienti perchè mancano i presupposti per renderli funzionali. Quello per il doping in particolare (forse il più importante per gli allenatori, per i danni fin qui provocati da un regolamento “incosciente”) si riunirà (forse) ma senza potersi confrontare con la nuova commissione scientifica. I membri eletti (a febbraio n.d.r.) hanno, per loro ammissione, scarsa conoscenza delle problematiche in discussione, e quindi non sono in grado di dare risposte, nè di prendere decisioni.

   Speriamo si tratti di momentaneo disguido, perchè se dovesse perdurare questo stato di cose si vanificherebbero la buona disposizione di Sottile e del suo vice Cecchi, ed anche le nostre speranze.

   Comunque ancor più si sente la voglia, anzi la necessità di cambiamento. Ad ogni alternanza di governo si alimentano le speranze riposte sul neo mimistro. Anche stavolta, naturalmente. A favore dell’eletto, il leghista Zaia, parla una certa conoscenza del settore, provata alla sua partecipazione a qualche competizione di trotto, sia pure a titolo dilettantistico: ma sopratutto la sua appertenenza ad un partito che fa della decentrazione una bandiera. L’UNIRE, così com’è, rappresenta l’esatto contrario della filosofia leghista. Ha infatti accentrato tutto, producendo solo disordine amministrativo e tecnico, e trasformando anche i percorsi più semplici in selve inestricabili, dove solo chi ha santi a Roma riesce a districarsi. E sopratutto ingessando l’attività ippica, incanalata in binari senza sbocchi.

    A lume di ciò, l’augurio è che il ministro Zaia possa essere il riformatore, che ripristini in qualche modo gli Enti tecnici tenendoli ben separati da quelli amministrativi. Che restituisca tutte le componenti ai propri ruoli, senza interferenze, servendosi di esperti riconosciuti e non dei soliti raccomandati e portaborse ministeriali senza nessuna conoscenza della materia.

    E l’altro augurio che si semplifichino le cose dando libertà e respiro nell’ambito delle competenze. Nel concreto:

-         agli Ippodromi sia assegnata una remunerazione in relazione alla loro capacità di resa, visto che al momento la poesia ed il prestigio vanno accantonati perchè si ha bisogno di far rendere al massimo il denaro impegnato per le corse. E siano lasciati liberi di programmare l’ordinaria amministrazione in relazione al parco cavalli che gestiscono, senza eccesivi vincoli.

-         All’Ente tecnico preposto sia assegnato il compito della programmazione generale, tesa alla crescita della qualità, ma attraverso il rispetto per i puledri, per favorire la ricerca dei futuri campioni, e non dei precoci che si bruciano nello spazio di un mattino. Altro compito quello di qualificare il prodotto, limitando il numero dei Grandi Premi: perchè la quantità eccesiva li rende avvenimenti di routine, e perchè rappresentano un passivo per il rapporto soldi impiegati – resa.

-         I concessionari di scommesse siano riportati nella loro giusta collocazione, che quella di intermediari con i quali il rapporto deve limitarsi alla trattativa sulle loro spettanze, senza ingerenze tecniche o nella programmazione.

-         Le corse “di vetrina” (Tris, Quarté e Quinté) , con le quali si spera di attirare nuovi scommettitori, tornino ad essere tali. Occorre una loro drastica diminuzione per dare il tempo di accompagnarle da un gran battage pubblicitario, e per confezionarle tecnicamente in maniera da rendere le vincite talmente appetibili da interessare anche gli scommettitori di altri settori.

 

Ed infine una sorta di massima: per aumentare le scommesse bisogna aumentare gli scommettitori, non le ricevitorie.

 
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