DIBATTITO SUL NASTRO AZZURRO
I 2.200 metri vanno bene ma serve la pista grande
Le riflessioni da fare sono sempre tante, il bello del turf è che gli argomenti per discutere non mancano mai. Prima di addentrarci nell’esame dei possibili ospiti - benvenuti! - di domenica prossima vi buttiamo li un paio di provocazioni o meglio di argomenti per discutere con gli amici. Posto che resti a 2200 e dintorni perché sia severo al massimo il Derby andrebbe disputato sulla pista grande partendo in fondo alla retta di fronte. Allora si che sarebbe anche più duro dei 2400 in pista Derby * Perché? Partendo sulla racchetta a 2200 dopo un attimo c’è la chicane e quindi si parte al rallenty, si entra sulla retta di fronte e dopo un po’ si rallenta di nuovo perché si va in curva, insomma se partiamo in pista grande abbiamo dinanzi a noi quasi 800 metri di retta tosta, poi la curva ampia e ancora 850 per andare a cassa. Corsa vera al massimo, se ne può discutere, sempre tra amici. Altro argomento più pertinente, altra riflessione. Vedi il campo del Derby e ti disperi perché non ci sono stranieri, uno solo. Guardi il Repubblica e almeno in preventivo vale quasi come il Ganay. Che vuoi dire? Intanto dite la vostra, a noi parrebbe che ormai ci sono le corse punto di arrivo, tra le nostre, quindi meta anche di ospiti come appunto il Repubblica, il Milano, il Lydia Tesio, lo stesso Gran Criterium. Li vengono, poi ci sono quelle dove non possono perché spostare un tre anni in divenire è troppo un rischio e allora Parioli, Elena (quest’anno dopo la metà di maggio già migliora) e Derby stesso li dobbiamo costruire da soli, con la bontà dei nostri che ci diranno dopo cosa valgono davvero. Proviamo a riflettere anche su questo e magari anche sul fatto che i 200.000 euro che abbiamo aggiunto al Derby forse potremmo spalmarli su altre pattern da scegliere con cura, massimo un paio. Le Oaks sono una corsa diversa, sono anche punto di arrivo e infatti le presenze in due stagioni sono state di qualità.
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