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La Gazzetta dello Sport: Animalisti e pista pericolosa Bufera sul Kentucky Derby (6.5.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 6/5/2008
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DOPO LA MORTE SHOCK DI EIGHT BELLES

Animalisti e pista pericolosa Bufera sul Kentucky Derby

MATTEO PIERELLI
La drammatica morte di Eight Belles, soppressa in pista per evitarle inutili sofferenze in seguito alla frattura di due nodelli anteriori al termine del Kentucky Derby, negli Stati Uniti ha provocato molte polemiche. D’altronde la ferita di Barbaro è ancora aperta, la vetrina era la più importante del mondo e l’eco, inevitabilmente, è stata ridondante.
I primi a protestare sono stati gli attivisti della Peta, un’organizzazione a sostegno dei diritti degli animali che ha la sede centrale in Virginia, anche se vanta "seguaci" un po’ in tutto il mondo, fra cui alcune celebrità di ogni campo: dal Dalai Lama a Martina Navratilova, da Paul McCartney a Roger Moore. Gli animalisti sostengono che Gabriel Saez, il fantino di Eight Belles, finita seconda a quattro lunghezze e mezzo dietro Big Brown, avrebbe dovuto fermare subito la cavalla durante la corsa: impossibile non accorgersi che fosse infortunata, seconda l’accusa che chiede anche che i 400.000 dollari di premio vinti da Eight Belles non vengano assegnati.
Una tesi non condivisa da Larry Jones, il trainer della sfortunatissima campionessa. «Ho rivisto più volte la corsa - ha detto Jones -, anche fotogramma per fotogramma, ma non ho ancora capito quando si è fatta male. Nei vari replay la cavalla non sembra accusare problemi. Quelle rivolte a Saez sono accuse strumentali, che giungono in un momento drammatico per il nostro team. Forse meritiamo un po’ più di rispetto».
L’ennesimo incidente in corsa (una statistica ha rivelato che negli Usa muoiono in media due cavalli al giorno), ha rilanciato anche il problema del fondo della pista. Due anni fa, dopo l’incidente capitato a Barbaro nelle Preakness, molti avevano chiesto di sostituire i tracciati in sabbia con quelli sintetici più moderni.
Inoltre, uno studio realizzato su più di 30 piste americane ha segnalato un più basso numero di incidenti sui fondi moderni (1,47 su 1000 partenti) rispetto a quelli con la sabbia tradizionale (2,03). Ma l’idea di cambiare la pista di Louisville non sfiora i dirigenti di Churchill Downs. «Amiamo il nostro ippodromo e lo riteniamo sicuro - dicono -. Certo, il mondo cambia velocemente così come i materiali utilizzati per fare le piste: se qualcuno, con degli studi più approfonditi, dimostrerà che con un altro fondo è possibile ridurre il numero di incidenti, ci adegueremo subito».

 
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