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Lo Sportsman: Soluzioni operative cercansi (30.4.08)  
Autore: roberto
Pubblicato: 30/4/2008
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IL CASO DELLE PROVVIDENZE- STOP DAL MINISTERO CON POSIZIONI DIVERSE TRA TROTTO E GALOPPO

Soluzioni operative cercansi

MARCO TRENTINI
Il nodo delle provvidenze per l’allevamento è tuttora sul tappeto, anche se con differenti posizioni fra trotto e galoppo. La situazione attuale è spiegata da una lettera, inviata 17 aprile da Giuseppe Ambrosio del Mipaf, al Presidente dell’Unire Goffredo Sottile, nella quale il dirigente del Ministero premette che le note contenute nella rnissiva sono formulate ‘al fine di poter addivenire a soluzioni operative in linea con i nuovi orientamenti europei”.
La lettera, in pratica, contiene la storia recente delle provvidenze, partendo dalla situazione nel 2003 per poi arrivare all’approvazione del “Piano” 2005-2007, considerato come ‘provvisorio”, tanto che “fu suggerito un iter che consentisse, nel giro di qualche anno, di adeguare i programmi di provvidenze all’allevamento nazionale, agli orientamenti comunitari anche al fine di poter eventualmente elaborare strategie difensive, in caso di procedura di infrazione contro il nostro Paese”. In quel momento vennero individuati degli “strumenti”, sia per il trotto che per il galoppo. E riguardo a questi viene fatto rilevare che “Per il trotto risultò facile adeguarsi in quanto gli interventi - premi aggiuntivi previsti dal predetto piano, sommati all’ammontare della quota delle vincite riservata all’allevamento, non superavano, nell’insieme, il livello del 20% previsto dalla direttiva 90/248/Cee. Per il galoppo tale adeguamento non risultava immediatamente fattibile in quanto la sola quota delle vincite riservata all’allevamento era già del 35%...”.
Questa la storia che ha portato alle af fermazioni attuali. “In occasione della presentazione del Piano provvidenze 2008 si è rilevato che per entrambi i settori non solo è mancata qualsiasi at tività di individuazione di interventi di versi, ma si è addirittura constatata la ripetizione dei precedenti programmi, nella convinzione che i tollerati interventi “di passaggio” risultassero ormai definitivi... Nel caso del trotto possono essere ancora considerati, con opportune modifiche, gli interventi precedenti (l’attivazione di sezioni di qualità nell’ambito del Libro Genealogico in cui posizionare i cavalli che raggiungano determinate prestazioni, trovando comunque un collegamento diretto degli interventi stessi con iniziative strutturali e organizzative), assicurando comunque il non superamento del limite del 20% del montepremj totale. Per il galoppo il piano 2008-201 0, risulta identico a quello del 2006, sul quale era già nota la non conformità ed il carattere di prowisorietà, in attesa di
individuare obiettivi in linea con gli orientamenti di Stato”.
Semaforo rosso, quindi, per entrambi i piani, anche se ovviamente le problematiche sono diverse e quello del trotto è più vicino all’obiettivo vista la rispondenza al requisito del 20% del totale, dovuta tra l’altro alla presenza del Libro Genealogico (in realtà aperto) che consente comunque di considerare il trottatore italiano una razza autoctona, Per il galoppo il problema è più complesso, considerato che l’incidenza dei 10 milioni di premio all’allevatore, più i lOdi provvidenze, più gli 8 circa di premio aggiunto e i 2 di premio aggiunto all’allevatore e montepremi delle poche corse chiuse (solo 12) è di oltre il 30% sui 95 milioni di premi totali. «È una situazione paradossale e di puntiglio burocratico, visto che oltretutto l’incidenza dei premi “riservati” in Francia è di circa il 35%. Inoltre in Francia l’lva è al 5,5% e da quest’anno sono state varate agevolazioni per pagare gli interessi in caso di acquisto di stalloni e fattrici. E non parliamo poi dell’Irlanda, dove in pratica t’lva non esiste e il settore è del tutto defiscalizzato. Insomma noi vogliamo essere perfetti anche se nessuno mai ha mosso procedure di infrazione per le provvidenze e gli altri fanno quello che vogliono» dice Isabella Bezzera, appena rieletta Presidente dell’Anac e impegnata in questo confronto globale con l’adeguamento “in anticipo” delle direttive europee.
«Siamo più che disposti al confronto per rendere le provvidenze indirizzate verso quello che è il loro scopo: il miglioramento della qualità. Ma devono chiarirci anche quali sono i veri problemi normativi, soprattutto in un momento in cui, credo, in altri campi l’italia sta prendendo provvedimenti ben lontani dalle norme europee. Auspico un confronto urgente e chiarificatore con il Ministero e con l’unire. Perché gli allevatori, che hanno già investito, non possono rischiare di trovarsi scoperti a questo punto della stagione, Cos’i si rischia solo di mandare tutto a rotoli».

 
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