Si torna a parlare di riunificare i due ippodromi: protesta (e ricorso al TAR) degli attuali gestori Firenze, il futuro si fa incerto
di Franco Morabito FIRENZE - Sull’ippica fiorentina si stanno addensando nubi sempre più cupe, il suo futuro è a rischio, a dispetto di un passato glorioso e di due (ex) fiori all’occhiello che si chiamano GP Duomo di trotto e Corsa dell’Arno di galoppo, la più antica d’Italia. A poche ore dalla rimozione dei sigilli al Visarno per la nota vicenda della sospetta epidemia di anemia infettiva, si profila ora un altro caso dalle prospettive inquietanti. Gaetano Papalia, presidente della Ippodromi & Città, la società che gestisce i due impianti fiorentini (Mulina e Visarno) oltre a quelli di Tordivalle e Agnano, e di Padova e Siracusa (sia pure con una diversa partecipazione), ha infatti annunciato che non parteciperà al bando per il rinnovo della concessione dei due impianti posti all’interno del vasto parco delle Cascine, il cui termine di presentazione delle domande scade il 6 maggio. «Abbiamo depositato ricorso al TAR della Toscana - ha detto - perché riteniamo il bando di gara viziato da svariati elementi di illegittimità e in aperta violazione dei diritti comunitari». Molti, a suo avviso, i punti controversi che impediscono, di fatto, la formulazione consapevole di un’offerta. Fra questi il fatto che si privilegi nettamente l’aspetto economico a quello delle garanzie e della qualità, ma, soprattutto, il punto che impone al concessionario di redigere entro due anni dalla stipula della convenzione un progetto per la riunificazione dei due ippodromi - da realizzarsi entro i cinque anni successivi - accorpando trotto e galoppo al Visarno con il conseguente smantellamento delle Mulina. Progetto questo, che, come ha poi aggiunto Papalia, venne anni fa già presentato e respinto con parere negativo, perché inattuabile, sia dallo stesso Comune di Firenze che dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio.
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