McCreevy all’italia: 329 ippiche a gara
Entro il 7 giugno la risposta italiana, aumenta il rischio di una sanzione
Il caso delle 329 agenzie ippiche storiche non accenna a sgonfiarsi, anzi prosegue il pressing dell’Ue per convincere il governo italiano a organizzare in tempi brevi una gara. La strada è ormai tracciata: due mesi soltanto per rispondere e poi, se la Commissione Europea non sarà soddisfatta delle osserzioni italiane, l’invio di un parere motivato e il probabile - anzi, ormai certo - deferimento alla Corte di Giustizia con la proposta di una salata sanzione pecuniaria. Il rinnovo senza gara di 329 agenzie ippiche storiche, deciso nel 1999 dal ministero delle Finanze e per il quale l’ltalia è stata condannata il 13 settembre dalla Corte di Giustizia, rischia insomma di costare caro al nostro paese: la Commissione Europea ha inviato il 7 aprile una nuova lettera di messa in mora al Governo, nella quale si evidenziano forti critiche nei confronti del regime italiano delle scommesse. La Commissione Ue prende atto con soddisfazione delle misure prese dall’italia per aprire il mercato, ma la messa in concorrenza di un numero molto elevato di nuove concessioni ippiche (8065 globali, di cui 290 agenzie) «non sembra essere in quanto tale una misura sufficiente a dare esecuzione alla sentenza della Corte di Giustizia. Le 329 concessioni oggetto della sentenza della suprema corte continuano a produrre i loro effetti». La Commissione osserva quindi che «anche a voler considerare che la messa in concorrenza di un numero adeguato di nuove concessioni, aventi il medesimo oggetto di quelle in questione, potrebbe permettere a ogni operatore interessato di accedere al mercato dei servizi di gestione delle scommesse sportive, le Autorità italiane (nei contatti intercorsi tra le parti, ndr) non hanno dimostrato che l’attribuzione delle nuove concessioni ha assicurato un'apertura alla concorrenza “equivalente” a quella che deriverebbe dalla riattribuzione delle concessioni illegittime». La considerazione del Commissario al Mercato Interno, Charlie McCreevy è che i concessionari beneficiari degli affìdamenti illegittimi sono avvantaggiati rispetto ai nuovi concessionari: è chiaro che la concessione riguardante un esercizio che opera già da anni ed è già conosciuto dalla clientela può essere ben più interessante di una nuova concessione per l'apertura di un nuovo esercizio». I nuovi operatori che hanno avuto accesso al mercato in virtù del decreto Bersani - ricordiamo che il bando è stato costruito attorno anche alle ippiche storiche, con una lunga serie di vincoli e distanze minime da rispettare per i nuovi punti - sarebbero quindi stati posti in condizioni di svantaggio rispetto ai vecchi concessionari. E anche l’elemento che il mercato sia “saturo” - sostenuto dalle autorità italiane, alla luce della mancata assegnazione nei bandi Aams di 210 agenzie e 1725 corner per la vendita di scommesse ippiche - sembra piuttosto indicare, scrive McCreevy, che l’attribuzione delle concessioni riguartianti le agenzie ippiche storiche, che detengono già una parte importante del mercato, è più interessante dell’attribuzione di nuove concessioni per l’apertura di nuovi esercizi. Al tirar delle somme, secondo Bruxelles l’impegno (assunto un paio di mesi fa, come ricordano i lettori di TS) dal Governo italiano di tenere una gara entro il 2008 per riattribuire le concessioni, non è sufficiente per ottemperare alla sentenza della Corte: «Tale misura non è stata ancora adottata e le Autorità italiane non hanno indicato un calendario preciso per l’adozione delle iniziative necessarie a tal fine ne hanno spiegato le ragioni che giustificherebbero il ritardo nell'esecuzione della sentenza, che potrebbe protrarsi fino alla fine del 2008». Troppo tardi per la Commissione Europea, che invita quindi il governo italiano a rispondere entro due mesi. Dopo aver preso conoscenza di tali osservazioni, la Commissione si riserva il diritto di emettere il parere motivato previsto dall’articolo 228 del trattato Ce. E’ chiaro che una nuova condanna dell’Italia in sede comunitaria per la vicenda delle 329 ippiche storiche - che ha preso spunto da un esposto del bookmaker inglese Stanley aprirebbe degli scenari imprevedibili, visto che proprio attraverso questo network di esercizi è stata avviata nel 1998, per diciotto mesi, la fase sperimentale delle scornmesse sportive e che attorno alle stesse agenzie è stato costruito il riordino del settore scommesse che è seguito al bando Bersani del 2006. Insomma, un pasticcio che ha radici lontane e che rischia di provocare un pericoloso effetto-domino nel settore giochi. Il nuovo Governo, tra i primi atti relativi al settore, avrà quindi il compito di rispondere a Bruxelles, impegnandosi a far svolgere una gara europea per le 329 concessioni. L’impressione è che non basteranno promesse generiche o impegni solo formali: la Commissione esige un calendario delle cose da fare nei prossimi mesi per ottemperare alla sentenza della Corte di Giustizia, che dovrà in ogni caso tener conto di un necessario confronto con i concessionari, titolari di un rinnovo accordato da una pubblica amministrazione italiana (prima il ministero delle Finanze e poi l’Unire). In ogni caso, è assai probabile che si finisca per discuterne in qualche tribunale. Italiano o europeo, si vedrà.
|